Colombia e Farc trovano accordo su ex guerriglieri

L’AVANA. – L’accordo raggiunto a Cuba dal governo di Bogotà e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) risolve uno dei punti cruciali della trattativa di pace lanciata dal presidente Juan Manuel Santos per porre fine al più lungo conflitto interno dell’America Latina: il futuro politico della guerriglia dopo la firma di un eventuale accordo finale di pace. In una conferenza stampa comune all’Avana, le due parti hanno sottolineato che in questo modo “l’implementazione dell’accordo finale contribuirà ad ampliare e approfondire la democrazia, giacché si abbandoneranno le armi e la violenza come metodi di azione politica, per passare a uno scenario di democrazia con piene garanzie per aprire nuovi spazi alla partecipazione”. L’accordo raggiunto ieri definisce una serie di misure politiche transitorie da applicare dopo l’accordo di pace, fra la quali la principale è la creazione di distretti elettorali speciali nelle zone più colpite dal decennale conflitto, per fare sì che le popolazioni locali dispongano di una rappresentanza speciale in Parlamento. Un altro punto cruciale dell’intesa è la creazione di una conferenza nazionale, con partecipazione di rappresentanti di tutte le forze politiche colombiane, “per definire il contenuto di uno statuto di garanzie per i partiti che si dichiarino in opposizione” al governo di Bogotà. L’accordo raggiunto rappresenta una soluzione negoziata per il secondo punto nell’agenda fissata per la trattativa di pace, apertasi ad Oslo e proseguita all’Avana, dopo quello definito per la situazione del settore rurale in Colombia. E anche se il responsabile della delegazione governativa, Humberto de la Calle, ha descritto l’intesa raggiunta a Cuba come “una carambola a tre sponde”, il comunicato comune diffuso ricorda tuttavia che “uno dei principi che guidano queste conversazioni è che nulla è concordato finché tutto non sarà concordato”, ossia che tutte le intese sono subordinate nella loro applicazione ad un accordo generale di pace. Resta il fatto che l’intesa annunciata ieri sembra aver rotto un clima di diffidenza e dissapori fra le parti, che secondo molti analisti stava rallentando la trattativa. Ora i colloqui riprenderanno fra 10 giorni con in programma un punto ancora più spinoso: i rapporti fra le Farc e il narcotraffico.