Letta, con ‘Mare Nostrum’ salvate quasi mille vite

ROMA. – L’Italia fa la sua parte e solo con l’operazione Mare Nostrum ha già salvato quasi mille vite. Ma non basta, ripete Enrico Letta che, nella sua missione a Dublino dal collega Enda Kerry, torna a parlare del dramma immigrazione. Snocciolando i numeri, quelli dell’operazione lanciata dall’Italia dopo la tragedia di Lampedusa, che contano già 1.800 persone soccorse con 900 in pericolo di vita che, senza l’intervento italiano, sarebbero potute diventare “altri 900 morti”, rimarca il premier. Ma quello che l’Italia sta facendo, anche con ‘Mare Nostrum’, non basta, ribadisce ancora una volta il primo ministro italiano a poco più di una settimana da quel Consiglio Ue dove l’immigrazione è diventata, sulla carta, tema europeo. Un passaggio importante cui adesso però – è il senso delle parole del premier – devono seguire i fatti attraverso azioni concrete dei 28. A Dublino Letta, che domenica volerà a Malta dal collega Joseph Muscat e farà un sopralluogo sul cacciatorpediniere ‘San Marco’ nel Mediterraneo, incassa intanto il sostegno del collega irlandese Kenny che promette di supportare Roma nella “sfida” e nella risposta dell’Ue. Risposta che, ribadisce da Roma il responsabile della Farnesina, Emma Bonino, ai microfoni di Repubblica Tv, deve passare anche dalla responsabilizzazione di Bruxelles sulla “frontiera sud”. Perchè “quello che avviene nel Mediterraneo è uno spostamento ciclopico di persone”, con 30 mila vite soccorse in mare da inizio anno, che interessa l’intera “sicurezza” dell’Unione, spiega il ministro rivolgendosi all’Europa. E mentre a Mare Nostrum si unisce anche la Spagna, con Madrid che offre l’invio della fregata ‘Santa Maria’, il nodo immigrazione è stato oggi anche al centro del tavolo Esteri-Interni: alla Farnesina Bonino e il collega degli Interni, il vicepremier Angelino Alfano, hanno fatto il punto sulla situazione. Sottolineando, tra gli altri temi affrontati, l’esigenza che al necessario approccio europeo e assistenza in mare sia affiancata anche una “intensa attività di dialogo e cooperazione con i Paesi di origine e transito dei migranti”. 

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