Noli Noli, l’antica Repubblica marinara

Il nome
Noli deriva, nelle forme Naboli e Nauli testimoniate nei più antichi documenti, da Neapolis, cioè “città nuova”,  ed ha quindi origine ai tempi dell’impero bizantino, come dice chiaramente il nome greco.

Da vedere
Noli, con la sua tranquilla baia riparata dai venti che termina con il promontorio di Capo Noli, è uno dei più interessanti centri storici del Ponente ligure. Porta di Piazza è l’ingresso principale posto sulla seconda cinta muraria (XII-XIII sec.). Nella piazza sorge il Palazzo Comunale che fu il centro della vita politica ed economica della Repubblica. Rimaneggiato nei secoli, presenta sulla facciata a mare quattro polifore ogivali e una meridiana. Accanto si erge, con la sua merlatura a coda di rondine, la Torre del Comune (XIII sec.), posta su un basamento in pietra verde locale. Si vedrà, passeggiando, come le torri col loro profilo ardito e la tonalità rossastra dei mattoni, siano l’emblema più significativo della Noli medievale. Dal municipio, si passa sotto i due grandi archi della Loggia della Repubblica (XIV-XV sec.), da dove, percorrendo a levante una passeggiata coperta, si arriva in piazza Dante. Qui sorge la Torre della Marina (XIII sec.) che nel 1673 fu donata dai nolesi ad Agostino Viale, inviato del doge, per aver impedito al duca di Savoia di impadronirsi del borgo. Accanto alla torre, si trova il signorile Palazzo Viale-Salvarezza (fine XVII sec.). Via Transylvania termina con la Torre di Papone (XIII-XIV sec.), posta appena fuori della prima cinta muraria e collegata al camminamento delle mura che scendono dal castello. Qui vi teneva armi e munizioni la Repubblica, che con la ferrata Porta Papona chiudeva l’accesso al Monte Ursino, il cui castello era l’estremo rifugio della popolazione in caso di attacco nemico. IlCastello dei marchesi Del Carretto (XII-XIV sec.) è sopravvissuto nella forma assunta dopo i rifacimenti genovesi del 1522, con le fortificazioni e il poderoso maschio racchiuso in un recinto poligonale. Aggrappato alle pendici del Monte Ursino si nota il Palazzo Vescovile, oggi trasformato in albergo. Costruito in varie epoche, conserva tracce di affreschi, iscrizioni, pitture e ambienti che vanno dal XV sec. al 1770, quando fu portato alla forma attuale.

Accanto sorge la Chiesa di Nostra Signora delle Grazie, costruita agli inizi del Seicento e restaurata nel 1769.

Scendendo da via Vescovado per piazza Chiappella, si arriva all’Oratorio diSant’Anna, costruzione del 1771 con la facciata incompiuta, dal cui sagrato si ha una bella veduta d’insieme del castello e delle mura. Proseguendo a destra per via Colombo, ricca di edifici medievali (come Casa Maglio al n.° 17) e di torri mozzate, si arriva alla trecentesca Porta di San Giovanni sormontata dall’omonima Torre coronata da merli. Varcata la Porta verso la città, si scorgono tutti e quattro gli angoli della Torre del Canto (sec. XIII), così chiamata perché posta all’angolo di più strade. Giunti in piazza, ci si trova di fronte la Chiesa di San Pietro, cattedrale dal 1572, costruita su base romanica in blocchi di pietra grigia (XII-XIII sec.) ma rifatta in epoca barocca. Notevoli il pulpito e l’altare maggiore di marmo intarsiato (1679), e l’altare più piccolo che in realtà è un meraviglioso sarcofago romano o barbarico, rilavorato nel XV sec., nonché il polittico di inizio Cinquecento dietro l’altare. Nella piazzetta attigua si trova Casa Repetto, bella dimora medievale del sec. XIV. Attraversando il quartiere della Giudecca, si osservano resti di palazzotti e case-torri, costruiti in mattoni su grosse basi di pietra verde. Un altro mirabile palazzotto medievale, con eleganti bifore e trifore, è su Corso Italia.

Attraversato il ponte, si raggiunge San Paragorio, con le sue linee bianco-rosate e il portico quattrocentesco fiancheggiato da tombe medievali. Cattedrale dal 1239 al 1572, è uno dei monumenti più importanti della regione. L’impianto romanico (XI sec.) si è sviluppato su una chiesa paleocristiana o altomedievale e presenta all’interno tre navate con absidi semicircolari dalle pareti affrescate nel sec. XV. Degno di nota è il crocifisso ligneo in stile bizantino del XII sec., noto come “Volto Santo”, da cui si sprigiona il mistero dell’Oriente e delle ignote mani che l’hanno scolpito. Sotto il presbiterio rialzato, si apre una suggestiva cripta dove la luce è chiusa in una sfera di silenzio che solo il mare vicino può infrangere.

Il prodotto
Le acciughe salate erano l’oro di Noli, che nel dopoguerra aveva una decina di pescherie. Oggi il cicciarello (lüssu in dialetto) è presidio Slow Food: si mangia fritto  e si pesca con reti a maglie larghe che non impoveriscono il mare. Si tenta anche di reintrodurre la coltivazione del chinotto, nel ricordo dei bar anni ’60 che servivano la dissetante bibita.

Il piatto
Il cappon magro è un piatto monumento che ha origine povera e antica nelle località in cui funzionavano le tonnare (in Liguria a Camogli). Detto anche “il piatto dei dogi”, è costruito a strati: un pezzo di terra (verdure) e un pezzo di mare (pesce). Dunque il pesce cappone, cioè la gallinella di mare, è montato su una piramide che inizia dalla galletta dei marinai (un pane biscottato conservabile per lungo tempo) e prosegue con pesce lessato e verdure. Da provare al ristorante dell’albergo Il Vescovado.

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