Proposta Grillo: reddito cittadinanza, M5S riprova con la patrimoniale

ROMA. – Mentre la maggioranza dibatte su come e dove utilizzare le risorse previste dalla legge di stabilità per sostenere i redditi dei lavoratori, i Cinque Stelle lanciano la loro, tanto attesa, proposta sul reddito di cittadinanza. Una proposta scritta ed elaborata dei parlamentari del Movimento ma che sarà il primo esperimento di proposta di legge discussa in rete con i cittadini. E pazienza se, al momento, si tratta dei soli 90 mila iscritti al Movimento. “Sarà la prima legge al Mondo che approderà in un Parlamento dopo essere stata discussa in Rete da migliaia di cittadini”, esultano i Cinque Stelle. La proposta è molto onerosa: costerebbe 19 miliardi l’anno (fonti M5S) ma coprirebbe una platea molto ampia di cittadini in difficoltà. Ben 9 milioni di persone, giovani, donne, disoccupati. Con un reddito ‘garantito’ di 600 euro al mese, percepibile solo a patto di impegnarsi a rendersi disponibile per un lavoro presso i centri di impiego, sostenere certificati colloqui di lavoro, impegnarsi in studi o attività formative professionali. Una proposta ‘cara’ ma su cui i Cinque Stelle si sono impegnati a lungo individuando precise coperture per sostenerne la spesa: ben 20 fonti di finanziamento, dalla patrimoniale su beni superiori agli 1,5 milioni (esclusa la prima casa, i beni strumentali, ma incluse banche ed aerei) alla tassazione delle speculazioni finanziarie, dalle entrate dei giochi d’azzardo legali ai tagli alla Difesa, fino ai contributi di solidarietà dalle pensioni d’oro, che arriverebbero al 32% del valore per quelle superiori di 50 volte il minimo. “Altro che super balle”, replicano al viceministro dell’Economia Stefano Fassina che li accusa di fare “demagogia” e conti strampalati. Stando al viceministro Pd, per assicurare il reddito di cittadinanza così come lo immaginano i ‘grillini’ servirebbero almeno 30 miliardi di euro l’anno. “Sul tema della povertà e del cosiddetto reddito di cittadinanza il PD non ritiene praticabili promesse demagogiche che fioriscono in queste ore”, commenta anche il senatore Dem, ex sindacalista, Giorgio Santini che lancia invece la sperimentazione di uno strumento chiamato ‘sostegno all’inclusione attiva’ rivolto a chi non usufruisce di altri sostegni pubblici. Loro invece fanno conti diversi dal Pd ed hanno dettagliatamente previsto i capitoli di entrata tagliando le spese ritenute inutili e ‘tassando’ le speculazioni, i grandi patrimoni, andando a colpire le ‘rendite’ di posizione, come quelle che, solo per fare qualche esempio, individuano nei lauti stipendi degli ambasciatori, nelle cosiddette ‘ausiliarie’ dei militari, prendendosi una quota dell’ 8 per mille inoptato dalle dichiarazioni dei redditi. Ma niente Imu sulla Chiesa, precisa il deputato Daniele Pesco correggendo in parte quanto annunciato dai suoi colleghi in mattinata. La proposta dei Cinque Stelle prova ad allargare la tutela ad un’ampia platea di bisognosi: prevede anche, ad esempio, che venga fornita “assistenza in favore delle persone senza tetto o senza fissa dimora” e si occupa anche degli occupati per i quali prevede l’istituzione di un “salario minimo garantito” che non può essere inferiore a 9 euro l’ora. Un occhio di riguardo è previsto anche per le mamme: sono, ad esempio, esentate dall’obbligo della ricerca del lavoro le madri fino al compimento del terzo anno di età dei figli. Ma anche i padri, su specifica richiesta, o comunque nel caso di nucleo familiare monoparentale. Nella proposta ci sono anche ‘accortezze’ per evitare frodi e per combattere l’evasione fiscale: il reddito di cittadinanza è ad esempio incrementato del 5% per chi accetta di farselo accreditare su una carta prepagata e di utilizzarlo per almeno il 70% in acquisti, che diventano così tracciabili. Una maggiorazione è prevista anche per chi denuncia lavoro irregolare.

(Di Francesca Chiri) (ANSA) –