Il 2013 tra i dieci anni più caldi dal 1850

GINEVRA. – Il 2013 si avvia ad essere uno dei dieci anni più caldi, il settimo per l’esattezza, dal 1850, da quando cioè sono cominciate le registrazioni. Ma è stato soprattutto un anno costellato da eventi estremi, come il recentissimo supertifone nelle Filippine. Non solo, si sta anche verificando un innalzamento dei mari (da record nel marzo scorso) praticamente doppio di quello registrato nel XX secolo. E’ questo l’allarme lanciato dall’Omm, l’agenzia Onu per la meteorologia, mentre a Varsavia sono in corso i negoziati mondiali sul clima della ‘COP19’. Secondo i dati riportati nella ”Dichiarazione provvisoria sulla del clima globale nel 2013” dell’Omm, basata sui primi nove mesi dell’anno, il periodo gennaio-settembre è stato più caldo di quelli del 2011 e 2012 (più freddi grazie alla ‘Niña’) e alla pari con i primi nove mesi del 2003, anno dell’ondata di caldo record in Europa (che fece 14 mila morti in Francia). Secondo i dati dell’Omm, nel 2013 la temperatura media in superficie (terre emerse e oceani) è risultata di circa 0,48 grandi centigradi superiore rispetto alla media calcolata per il periodo 1961-1990. ”Le temperature registrare finora quest’anno corrispondono più o meno alla media del periodo 2001-2010, che è stato il decennio più caldo”, ha osservato il Segretario generale dell’Omm Michel Jarraud. ”Tutti gli anni più caldi sono stati registrati dal 1998” in poi e ”gli anni più freddi ora risultano più caldi rispetto agli anni più caldi prima del 1998”, ha aggiunto. Jarraud ha quindi osservato che le ”concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e di altri gas a effetto serra hanno raggiunto nuovi record nel 2012” e che anche per il 2013 si prevedono ”livelli senza precedenti. Questo – ha aggiunto – significa che andiamo verso un futuro più caldo”. Nei primi nove mesi del 2013, molte regioni hanno registrato temperature superiori alla media in particolare l’Australia, il nord dell’America del Nord, il nord-est dell’America del Sud, l’Africa del Nord e parte dell’Eurasia. Jarraud ha evocato i fenomeni estremi ed il tifone Haiyan (Yolanda) osservando che anche anche se i singoli cicloni tropicali non possono essere direttamente attribuiti ai cambiamenti climatici, i livelli del mare più elevati rendono le popolazioni costiere più vulnerabili. Lo abbiamo visto con conseguenze tragiche nelle Filippine”. Secondo i dati raccolti dall’Omm, il livello dei mari è aumentato ad un tasso medio di circa 3,2 millimetri l’anno, con alcune variazioni, scrive l’Omm. Questo livello è ”vicino al tasso di circa 3 mm/anno osservato nel decennio 2001-2010 e corrisponde al doppio della tendenza osservata nel XX secolo di 1,6 mm/anno”, aggiunge l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che ha reso nota oggi. In futuro, ”i livelli dei mari continueranno a salire a causa dello scioglimento delle calotte di ghiaccio e dei ghiacciai. Più del 90% del calore in più stiamo generando con i gas serra è assorbito dagli oceani, che di conseguenza continueranno a riscaldarsi ed espandersi per centinaia di anni”.

 

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