Filippine: Inferno a Tacloban. L’Onu, la gente è abbandonata

ROMA. – “Ho la sensazione che abbiamo abbandonato le persone, perché non siamo stati capaci di arrivare più rapidamente”. E’ drammatico il mea culpa del capo delle operazioni umanitarie dell’Onu, Valerie Amos, all’indomani della sua visita a Tacloban, la città filippina più devastata dal tifone Haiyan. Gli aiuti alla popolazione stanno lentamente arrivando, ieri con una portaerei americana e con, tra gli altri, il primo cargo inviato dall’Italia. Ma a sei giorni dal disastro c’è moltissima gente “che ha un disperato bisogno di aiuto, la situazione è spettrale. Spero in un cambio di passo nelle prossime 48 ore”, aggiunge Amos descrivendo la città, dove i cadaveri si ammassano su altri cadaveri e la popolazione è allo stremo. La situazione “è spaventosa”, dice il sindaco di Tacloban Alfred Romualdez che fatica a tenere il conto dei morti: 2.000 quelli recuperati finora dalla municipalità. Ma “quando ci chiamano per recuperarne 5 o 10, al nostro arrivo ce ne sono 40”, spiega il primo cittadino. Il bilancio delle vittime di Haiyan resta ancora incerto: l’Onu ha stimato 10mila morti, una cifra considerata “troppo alta” dal presidente filippino Beningo Aquino, che parla di “2.000-2.500 morti”. Il bilancio ufficiale ma ancora provvisorio è arrivato a 2.357 morti e 77 dispersi. Al largo dell’isola di Leyte è intanto arrivata la portaerei Usa George Washington, con 5.000 marine a bordo oltre a quelli che erano già stati dispiegati, e altre 7 imbarcazioni. Con i 21 elicotteri di cui dispone, la portaerei ha già consegnato acqua e cibo all’aeroporto di Tacloban, e il presidente Barack Obama ha annunciato che arriveranno altri soccorsi. Anche la Gran Bretagna, che ha stanziato 20 milioni di sterline, ha deciso di inviare la portaelicotteri Illustrios, l’imbarcazione più grande della Royal Navy in grado di trasportare 22 tonnellate di materiale, che raggiungerà le Filippine il 24 novembre. La Germania ha messo a disposizione del governo di Manila 4,5 milioni di euro, mentre è partito da Dubai il primo cargo di aiuti italiani, forniti dal ministero degli Esteri, per una prima tranche di 64 mila dollari di materiale (tende e teli per gli sfollati e kit igienico-sanitari) che arriverà a Cebu nelle prossime ore. Oggi una riunione alla Farnesina, con il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli, farà il punto sul coordinamento degli interventi per 1,3 milioni di euro, mentre il ministro Emma Bonino ha inviato un team dell’Unità di crisi della Farnesina che, assistita da due militari del Comando operativo interforze, si sposterà a Leyte per assistere gli italiani presenti sull’isola, dove le comunicazioni sono ancora interrotte. Sei i connazionali che non sono ancora stati rintracciati. La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha infine disposto lo stanziamento di 3 milioni di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille e una raccolta fondi domenica primo dicembre in tutte le chiese di Italia.

(Laurence Figà-Talamanca/ANSA)

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