Usa: I repubblicani studiano stile Bergoglio per Casa Bianca

NEW YORK. – Metodo Bergoglio per la Casa Bianca 2016: studiando lo stile di papa Francesco influenti strateghi repubblicani hanno individuato tratti che potrebbero essere utili a un nuovo leader per riconquistare la presidenza dopo otto anni di Barack Obama. Apertura, umiltà, coraggio: dopo la falsa partenza che aveva fatto giudicare con apprensione la svolta del papa argentino, esponenti conservatori  come Newt Gingrich o l’attivista Ralph Reed giudicano adesso con ammirazione le mosse del pontefice, convinti che una iniezione di “bergoglismo” potrebbe aiutare il partito a riprendere voti in vista delle prossime presidenziali. “Francesco ha rilanciato il messaggio della Chiesa cattolica sottolineando la missione pastorale delle opere di bene e del  servizio alla gente prima dell’ideologia. Non ha toccato di un centimetro la dottrina cattolica. Perché questo modello non potrebbe applicarsi ai repubblicani?”, ha argomentato Reed, il primo direttore della Christian Coalition che Time nel 1995 mise in copertina come “il braccio destro di Dio”. Per questi repubblicani, in particolare se cattolici come Gingrich, gli sforzi da prima pagina del papa per rovesciare gli stereotipi negativi di una delle istituzioni piú antiche e ingessate del mondo hanno molto da insegnare, alla luce degli ultimi sondaggi secondo cui molti americani giudicano il loro partito isolato, intollerante, complice dei ricchi e privo di compassione per i poveri: un problema di “brand” condiviso con il Vaticano fino all’elezione in marzo di papa Francesco. “Il Gop deve essere altrettanto inclusivo”, ha detto Gingrich, che é stato Speaker della Camera negli anni di Bill Clinton e si é convertito nel 2009: “Chi non tiene conto del 47 per cento degli americani che tipicamente votano democratico non é un buon leader politico”. Per il consulente repubblicano Scott Reed, che ha guidato la campagna elettorale di Bob Dole nel 1996 e non é parente di Ralph, Bergoglio é un “populista” straordinariamente in sintonia con un pubblico scettico: “Mi ha colpito come capisce che la gente vede con sospetto le istituzioni, governi e partiti compresi”. Marc Thiessen, ex speech writer di George W. Bush, la decisione del papa di estromettere il vescovo Franz-Peter Tebartz-van Elst per le spese stravaganti  puó insegnare molto ai suoi compagni di partito: “I repubblicani sono considerati difensori dei ricchi e dei potenti, non dei poveri e vulnerabili”. Mentre per lo stratega repubblicano John Feehery la scelta di umiltá di un papa che paga i conti dell’albergo e gira in utilitaria, potrebbe far da esempio per “un partito di egomaniaci come Ted Cruz, Glenn Beck, Rush Limbaugh e Mark Levin”.

(Alessandra Baldini/ANSA)

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