Merkel cede a Spd e apre sul salario minimo

ROMA. – Angela Merkel cede ai socialdemocratici e annuncia l’introduzione di una qualche forma di salario minimo in Germania, per favorire la formazione di un governo di grande coalizione con i conservatori. Scatenando però la protesta del mondo imprenditoriale. “Dovremo assumere decisioni che alla luce del mio programma non considero giuste, tra le altre quella su un salario minimo generalizzato”, spiega la cancelliera tedesca, aggiungendo però che lei e la Cdu faranno “tutto il possibile” per minimizzare gli effetti negativi di questa misura sull’occupazione. L’introduzione del salario minimo potrebbe quindi sbloccare l’impasse nelle trattative tra Cdu e Spd per la formazione di un governo, che vanno avanti da oltre quattro settimane. La stessa Merkel ammette che i socialdemocratici “non vogliono concludere un accordo senza” una tale misura. La Spd sta conducendo una battaglia per il salario mimino di 8,50 euro all’ora per tutti. L’accordo di massima tra conservatori e socialdemocratici costituisce una rivoluzione in Germania, che si è sempre rimessa alla contrattazione tra le parti sociali. E la protesta non si fa attendere. Il neopresidente della Bda (la Confindustria tedesca) Ingo Kramer afferma che “ci sono buone ragioni” per tenere bassi gli stipendi iniziali in certi casi. In generale, le imprese temono che il salario minimo danneggi il mercato del lavoro, caratterizzato da bassi tassi di disoccupazione. Negli ultimi mesi, tuttavia, paesi come Francia (dove è in vigore il salario minimo) e Stati Uniti, insieme con Ocse e Fmi, hanno chiesto alla Germania di sostenere la propria domanda interna per aiutare la ripresa nella zona euro. Un obiettivo che passa dall’aumento dei salari. Sono circa 5,6 milioni i tedeschi che guadagnano meno di 8,50 euro, in particolare lavoratori poco qualificati e part-time: potrebbero essere loro i primi beneficiari della nascente grosse koalition.