Galliani lascia il Milan: “Ora basta me ne vado”

MILANO – Il momento dell’addio fra il Milan e Adriano Galliani è ormai dietro l’angolo. “Mi dimetterò fra pochi giorni, forse dopo la partita di Champions con l’Ajax. Comunque entro fine dicembre lascerò, con o senza l’accordo sulla buonuscita”, ha spiegato all’Ansa l’ad rossonero rispondendo alle critiche alla sua gestione sollevate da Barbara Berlusconi: “Sono d’accordo con i ricambi generazionali ma fatti con eleganza, non in questo modo”.

In un modo o nell’altro, il ricambio è avviato, tanto che sembra molto vicino l’ingresso di Paolo Maldini nella dirigenza con un ruolo di spicco. La vicenda non è piaciuta a Silvio Berlusconi: chi ha avuto modo di sentire il presidente del Milan lo ha sentito molto dispiaciuto e irritato per Galliani. Questa non è una bella immagine per il Milan – avrebbe commentato – poteva venire da me per un chiarimento senza alzare questa polemica e finire sui giornali. E la gestione della vicenda, secondo quanto filtra, ha creato parecchie perplessità in Pier Silvio e Marina Berlusconi, i due figli maggiori di Silvio Berlusconi che si tengono distanti dalle questioni del Milan ma hanno apprezzato Galliani nella lunga militanza al fianco del padre.

Una gestione apparsa lontana dallo stile di famiglia. Di certo, dopo 28 trofei in quasi 28 anni il dirigente monzese non ha gradito modi e tempi con cui il 3 novembre Barbara Berlusconi ha chiesto al padre un deciso cambio di rotta nella gestione del club, contestando le ultime campagne acquisti e la mancanza di una rete di osservatori all’altezza di squadre come Roma e Fiorentina.

“Lasciare prima della sfida con l’Ajax mi sembra un atto ostile verso la squadra per cui tiferò tutta la vita – ha chiarito Galliani augurandosi che il Milan raggiunga gli ottavi di Champions l’11 dicembre -. Ritengo di aver subito un grave danno alla mia reputazione, tale da giustificare le dimissioni per giusta causa”. “Il mio affetto per il presidente Berlusconi è immutato e immutabile” ha sottolineato Galliani, spiegando di non aver voluto disturbare l’ex premier in giorni delicati per le vicende politiche e di aver “comunicato la scelta a Bruno Ermolli, la persona deputata a questa cosa”, ossia alla definizione della buonuscita, 30-50 milioni di euro secondo indiscrezioni.

Galliani ha assicurato di “non voler fare polémica”, ma non ha rinunciato a qualche puntualizzazione. “Il 20 febbraio compirei il mio 28º anno al Milan: ho vissuto otto finali di Champions, vinto 28 trofei, raggiunto 16 secondi posti – ha notato – Io misuro gli ultimi 5 anni, come fa la Uefa. In questi cinque anni la Roma è andata in Champions una volta e la Fiorentina mai. Il Milan da due anni ha il bilancio in pareggio mentre altri club hanno montagne di debiti. L’anno scorso tutte le nostre giovanili hanno raggiunto la final four dei loro campionati e la Primavera si è appena qualificata agli ottavi in Youth League”. “Mi chiamano grandi presidenti anche dall’estero e non capiscono cosa stia succedendo – ha raccontato ancora Galliani – Io sono andato questa estate a Madrid per prendere Kakà e mi hanno aperto gli uffici del Real anche se erano chiusi. E quando sono andato nell’agosto 2010 a prendere Ibrahimovic al Barcellona il presidente Rosell è tornato apposta dalle ferie che aveva programmato con la sua familia”.

Chissà se dopo il Milan ci sarà ancora il calcio nella vita di Galliani. “Il futuro? Non ce l’ho in mente adesso – ha replicato -. Quando ci si sente offesi bisogna avere forza e intelligenza per lasciar passare un po’ di tempo. Per ora non accetto nulla da nessuno. Bisogna essere lucidi per prendere le decisioni”.

Dovrà prenderne molte anche la proprietà del Milan, perché la rivoluzione non si fermerà con Maldini. Il mercato di gennaio è praticamente concluso con gli arrivi di Rami e Honda, e Antonio Marchesi, consigliere d’amministrazione rossonero molto vicino a Barbara Berlusconi, può essere l’uomo giusto per un incarico ad interim.

Albertini e Fenucci restano i principali candidati per raccogliere l’eredità di Galliani da giugno. Da Sabatini a Pradè, da Baldini a Leonardi fino a Sogliano, tanti sono i nomi in lizza per il posto da direttore sportivo. Mentre uno è quello ricorrente per la panchina del Milan che verrà, Seedorf.

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