L. Elettorale, Letta: “Non ci sono più alibi, ora il Parlamento agisca”

ROMA  – A questo punto, dopo che la Consulta ha stroncato il Porcellum, la riforma della legge elettorale balza in cima alle priorità del discorso con cui il premier Enrico Letta chiederà mercoledì prossimo la fiducia alle Camere sulla nuova maggioranza. Il premier, prima di pronunciarsi ufficialmente, aspetta le motivazioni della Corte ma la convinzione è che a questo punto la politica non abbia più alibi.

– Un’intesa sulla riforma va trovata al più presto – spiegano fonti di governo – evitando un intervento per decreto del governo.

L’esecutivo comunque in qualche modo, assicura il ministro Gaetano Quagliariello, è pronto ad intervenire. Da mesi il governo ha cercato invano di spronare il Parlamento a cambiare la legge Porcata perchè, sosteneva a maggio Letta, se la sentenza della Consulta arrivasse prima delle modifiche sarebbe stato ”deflagrante e delegittimante per il sistema politico”.

Purtroppo, spiegano ora con il senno di poi fonti di maggioranza, il pungolo dell’esecutivo per approvare una clausola di salvaguardia che intervenisse sui due punti bocciati dalla Consulta, premio di maggioranza e preferenze, si è inabissato sotto i veti dei partiti. E a questo punto bisogna lavorare per una riforma complessiva e accelerare per colmare un vuoto senza precedenti. Un vuoto che, secondo alcune fonti di maggioranza, è una garanzia sulla vita del governo visto che senza una legge organica non si può tornare al voto. Chiudendo inoltre la ‘finestra’ di febbraio.

Un accordo sulla legge elettorale è infatti tutt’altro che dietro l’angolo. Basta guardare alle reazioni in Parlamento alla notizia della Consulta per capire che le divergenze sono profonde: i proporzionalisti esultano mentre chi, Matteo Renzi in primis, punta ad un sistema maggioritario vedono affacciarsi l’incubo di un Superporcellum sotto la pressione dell’urgenza di una riforma.

– Ma adesso – osserva il ministro Dario Franceschini – la decisione della Consulta ‘spinge ancora di più il Parlamento ad approvare una legge elettorale che funzioni e dia stabilità al Paese.

Letta è consapevole delle difficoltà per fare al più presto una legge elettorale. E mercoledì, come ha ribadito in ieri in serata incontrando il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy, cercherà di fare un passo avanti chiedendo la fiducia ”per un 2014 basato sulle riforme per rendere l’Italia più competitiva”.

La riforma del Porcellum – così come il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari e la riforma del Titolo V – è tra i temi al centro delle consultazioni informali che Letta ha avviato incontrando Scelta Civica. Il movimento di Mario Monti ha condizionato il suo sostegno al governo ”ad un deciso cambio di passo nella qualità dell’azione di governo”, riforme istituzionali in primis.

D’altra parte il rilancio dell’azione dell’esecutivo è negli obiettivi del premier che sta avendo contatti anche con Matteo Renzi, che rivendica, in caso di vittoria alle primarie, la golden share del Pd nell’azione del governo. Contatti ma, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, nessun patto ”nè riservato nè alla luce del sole” sarà stretto prima di sapere chi vincerà le primarie di domenica. Un accordo di convivenza con il sindaco è nelle intenzioni di Letta, che come Renzi è da sempre favorevole al ritorno del Mattarellum o ad un sistema a doppio turno, che però, nella versione alla francese, difficilmente troverebbe d’accordo l’altro azionista di maggioranza: Angelino Alfano.