Primarie Pd, tour de force Renzi. Cuperlo, orgoglio sinistra

ROMA – Rush finale in vista delle primarie Pd di domenica prossima. Matteo Renzi è impegnato in un intenso tour in giro per l’Italia con l’obiettivo di evitare un flop della partecipazione che inciderebbe anche su una sua eventuale vittoria. E allora chiama tutti ad andare a consultare la rubrica telefonica e contattare almeno una decina di persone per invitarle ad andare ai gazebo dell’Immacolata.

Se Renzi parla di un brutto segnale se si va sotto il milione e mezzo di elettori non è così per il suo principale competitor, Gianni Cuperlo, che, comunque, è convinto che alle primarie parteciperanno oltre i due milioni di votanti. Il candidato triestino motiva gli elettori Pd puntando soprattutto sull’orgoglio della sinistra.

– Domenica – scandisce – non è in discussione solo la scelta di un nome ma si decide sull’autonomia culturale della sinistra italiana.

E questo, perchè, attacca, la proposta di Renzi, specie in campo economico, “è in sostanziale continuità con l’impianto moderato che ha segnato l’ultimo ventennio”. Mentre volano scintille tra i due principali avversari, Pippo Civati fa una corsa a sè e rilancia lo stop alle larghe intese.

– Se vinco io – dice – chiederò che si vada a votare a marzo prossimo dopo aver fatto la riforma elettorale.

Ed è proprio questo argomento che torna a fare fibrillare i Dem dopo la decisione della Consulta di bocciare il ‘Porcellum’ e anche dopo quello che i renziani definiscono un ‘blitz’ che ha portato a Palazzo Madama al voto per la creazione del comitato ristretto sulla riforma del sistema di voto. Una mossa che viene letta nell’area vicina al sindaco come volta a blindare il testo a Palazzo Madama evitando che possa essere ‘richiamato’ a Montecitorio.

Renzi ha già detto che se diventerà segretario chiederà formalmente ai presidenti delle Camere di spostare il testo dalla “palude” di Palazzo Madama e ora, con la ‘blindatura’ al Senato, torna a vedere materializzarsi l”incubo’ del super-Porcellum. Tanto più che la Corte Costituzionale ha rilevato l’incostituzionalità in particolare del premio di maggioranza.

Ma non è solo il tema della riforma del sistema di voto ad accendere gli animi nell’ultima frazione della campagna per le primarie. Al sindaco di Firenze che ha mandato a dire a tutti di non votarlo se vogliono un Pd a ‘trazione’ Cgil replica direttamente Susanna Camusso.

– Il Pd non è mai stato il partito della Cgil – manda a dire la leader sindacale.

Intanto, in vista di domenica prossima, Guglielmo Epifani, ha riunito la segreteria per un brindisi di saluto nel quale ha tirato le somme di questi mesi. Un bilancio positivo – avrebbe detto il segretario uscente – che ha visto la vittoria alle amministrative e la decadenza di Berlusconi con il centrodestra diviso. E dopo il quale viene lasciato un partito con “i conti in ordine e che è riuscito a organizzare il congresso in pochi mesi” fino all’importante appuntamento delle primarie di domenica.