Cina, timore di truffe: pugno duro contro bitcoin

ROMA  – Pugno duro della Cina contro il bitcoin. La Banca Centrale cinese ha infatti ordinato agli istituti di credito nazionali e alle istituzioni finanziarie di non usare la valuta virtuale, che non è emessa né garantita da alcuna banca centrale, perché pur ”non rappresentando un rischio” per l’ economia cinese ”è pericolosa” per le possibilità che apre alle organizzazioni criminali di riciclare gli introiti provenienti dalle loro attività illegali. E alcuni economisti avvertono che i bitcoin potrebbero essere usati anche per investimenti non autorizzati e che sfuggono al controllo delle autorità monetarie.

In Germania la polizia ha sgominato una banda di truffatori che era riuscita a penetrare i computer di ignari internauti, generando illegalmente bitcoin per un valore totale di circa 700mila euro.

– Il relativo anonimato di questa moneta semplifica il lavaggio di denaro sporco e riduce il rischio di essere scoperti – hanno spiegato le autorità tedesche.

I bitcoin, che sono anonimi, irrintracciabili e che possono essere scambiate con un click sui tasti del computer, hanno avuto un grande successo in Cina, dove il mercato finanziario è ancora sottoposto a forti limitazioni. Non sono disponibili dati precisi ma gli esperti del mercato virtuale affermano che circa la metà di bitcoin in circolazione nel mondo sono nelle mani di cinesi.

La Banca Centrale cinese ha spiegato che in futuro verrà richiesto ai siti che trattano i bitcoin di registrarsi presso le autorità delle telecomunicazioni. Dopo la presa di posizione di Pechino, le quotazioni della moneta virtuale sono crollate sotto i 1.000 dollari a 875 dollari sulla piattaforma internet BitStamp, dopo aver chiuso gli scambi al record di 1.132 dollari.

Prima di ieri il bitcoin si era apprezzato di circa novanta volte rispetto alla quotazione di inizio anno, mentre nel 2010 valeva appena 4 centesimi. La corsa al rialzo della moneta digitale ha spinto l’ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan a lanciare l’allarme su una ”bolla” speculativa. Secondo alcuni analisti però il bitcoin rappresenta una ”grande opportunità” per l’e-commerce, perché può ridurre i costi delle transazioni e rendere gli acquisti online più facili. Ad esempio, sottolineano, permette di aggirare le commissioni e i costi legati ai cambi, che rappresentano il 10% delle rimesse internazionali.

 

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