Mondiale caldo per gli azzurri con Inghilterra ed Uruguay

ROMA – I brasiliani lo avevano previsto: ci sarà un girone con tre nazionali campioni del mondo. E’ puntualmente successo, ed è toccato all’Italia. Il girone ‘caldo’ – anche per il clima – ai prossimi Mondiali è quello degli azzurri, finiti nel gruppo D assieme alla Celeste uruguayana, il cui fantasma ancora si aggira dalle parti del Maracanà, e all’Inghilterra di Roy Hodgson. Quarta invitata, Costa Rica.

In sede di commento il ct Prandelli lo ha definito “il più difficile” ed è dura dargli torto: non a caso i siti brasiliani già parlano di ‘gruppo della morte’. Sorride la Francia, finita in un girone morbido, e sorride anche il Brasile.

La Spagna se la vede subito con l’Olanda. Il gruppo G è quello più equilibrato con Germania, Ghana, Usa e Portogallo. Ma al Mondiale del caldo e delle distanze non conta solo la forza dell’avversario. Più che dal punto di vista tecnico, agli azzurri è andata male dal punto di vista ambientale: giocheranno la prima in Amazzonia, a Manaus (di sera per evitare l’umidità sofocante del giorno) contro gli inglesi; poi nel nord-est brasiliano, a Recife e Natal contro Costa Rica e Uruguay, con due partite in programma alle 13 locali, quando caldo e umidità sono allo zenit. Proprio ciò che Prandelli avrebbe voluto evitare. E di premonizione sa la proposta lanciata nei giorni scorsi dal ct azzurro dei time-out, e ora diventa decisivo il fattore condizione fisica.

Ogni volta spostarsi dal ritiro di Mangaratiba, località della Costa Verde carioca, non sarà agevole; Manaus, dove gli azzurri esordiranno contro gli inglesi, dista da Rio 2.850 chilometri e ci vuole quindi un volo di 3 ore e mezza. Quanto al resto del sorteggio, è andata bene (come previsto) al Brasile, squadra di casa condannata a vincere, che esordirà con la Croazia e poi se la vedrà con Messico e Camerun. E’ fin troppo facile prevedere che la Seleçao passerà il turno come vincitrice del girone, e quindi dovrebbe avere la strada spianata verso la finale del Maracanà, con l’ottavo di finale a Belo Horizonte, il quarto a Fortaleza e la semifinale di nuovo a Belo Horizonte. Quindi un cammino, a parte la trasferta a Fortaleza, agevole anche dal punto di vista degli spostamenti.

Nel gruppo B grande sfida tra le due finaliste del Mondiale sudafricano, Spagna e Olanda, che si ritroveranno il 13 giugno a Salvador nel nome di Nelson Mandela, che con la sua apparizione pre-match quasi diede una benedizione a quella partita. Dovrebbero passare il turno a braccetto, nonostante i progressi del Cile e anche degli australiani. Tour del nord-est brasiliano per la Germania, che giocherà a Salvador, Fortaleza e Recife, e dovrebbe quindi scegliere il proprio ritiro nel paradiso tropicale di Porto Seguro, località a lungo ‘ispezionata’ dal ct Loew e dal manager Bierhoff.

E’ andata bene alla Francia, visto il livello non eccelso del gruppo E, mentre nel C il Giappone di Zaccheroni può sognare il passaggio del turno a spese di Costa d’Avorio o Grecia. La Russia di Capello (e del suo assistente Panucci) giocherà nel girone H, e dovrà vedersela con il Belgio atteso come squadra-rivelazione e con algerini e coreani. Non qualificarsi sarebbe una sorpresa.

L’Argentina ritrova un suo rivale storico (Olimpiadi comprese) come la Nigeria, e non dovrebbe avere problemi neppure con Bosnia e Iran. I ‘persiani’ sono stati accontentati, visto che volevano sfidare Messi. Intanto, i siti brasiliani già stilano la classifica dei chilometri percorsi: nella prima fase la squadra che percorrerà più chilometri a causa degli spostamenti saranno gli Usa con 5.598, quella che ne farà meno sarà il Belgio, con soltanto 696 grazie alla posizione ‘H1’ regalatagli dal sorteggio: giocherà a Belo Horizonte, Rio e San Paolo. L’Italia è a metà classifica con 3.086. Ma attenzione: la misura è calcolata sulle distanze tra le città sedi delle partite, non da Mangaratiba. Se il ritiro resta quello a cento chilometri da Rio, in tutto gli azzurri per tre partite dovranno percorrere 15.400 chilometri tra andata e ritorno.