Mafia, Cancellieri: “Vendere i beni confiscati”

REGGIO CALABRIA  – L’Agenzia dei beni confiscati ha bisogno di un “colpo d’ala” attraverso una normativa che ne rilanci l’attività. E’ stato il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, a porre l’accento sulla situazione della gestione dei beni confiscati durante l’audizione tenuta davanti alla Commissione parlamentare antimafia che a Reggio Calabria ha avviato la sua attività tenendo la sua prima riunione.

Il Ministro Cancellieri ha tenuto anche a ribadire che “sarebbe meglio vendere i beni se non vengono utilizzati”. L’agenzia attualmente gestisce 11 mila beni nelle sole tre regioni di Sicilia, Campania e Calabria.

– Per questo motivo dovrebbe comportarsi come una “holding – ha detto il Guardasigilli – in modo da creare profitto.

Degli undicimila beni, circa duemila sono aziende produttive che si trovano sul mercato.

– Ora è necessario che l’agenzia – ha aggiunto Cancellieri – venga dotata di un patrimonio attraverso il quale rilanciare le tante aziende sequestrate che possono creare utili. Quello delle imprese è un tema molto complesso perché dove ci sono aziende ci sono anche lavoratori ed è indispensabile che lo Stato crei le condizioni per fare in modo che i dipendenti restino al loro posto.

– Quando un’azienda sequestrata o confiscata è costretta a dei licenziamenti, c’è il rischio che nell’opinione pubblica – ha aggiunto il Ministro – si inneschi un meccanismo che fa pensare che lo Stato licenzia e la criminalità fa lavorare. Attualmente ci sono forti criticità nella gestione dei beni perché l’agenzia non opera come una holding e non riesce a far creare profitti. A mio avviso, però, è molto meglio vendere un bene confiscato se questo resta inutilizzato.

A parlare di grande criticità sul fronte dei beni confiscati è stato anche il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, secondo il quale “l’agenzia ha bisogno di mezzi, di organici e di risorse finanziarie. Ci sono dei progetti di modifica della normativa che devono essere realizzati”. Ma per Roberti è indispensabile anche approvare al più presto l’albo degli amministratori giudiziari perché senza questo passo si rischia che “tutto diventi – ha detto – un vero disastro”.

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