Uruguay: primo paese al mondo con “marijuana di Stato”

MONTEVIDEO  – L’Uruguay diventerà il primo paese al mondo in cui sarà lo Stato a farsi carico della produzione, distribuzione e vendita della marijuana, marcando un cambio di prospettiva di dimensioni storiche in materia di politiche sulla droga. Dopo la sua approvazione alla Camera dei Deputati nell’agosto scorso, ora il Senato si accinge a varare la riforma. L’approvazione è attesa con i soli voti del partito di governo, il Fronte Ampio (coalizione di sinistra), e l’opposizione dei due partiti tradizionali, il Partito Nazionale e il Colorado.

Secondo la nuova legge lo Stato “assumerà il controllo e la regolamentazione” dell’intero ciclo produttivo della cannabis e dei suoi prodotti, dall’importazione dei semi della pianta alla commercializzazione della marijuana”. La legge prevede dunque la creazione di un Istituto di regolamentazione della cannabis, che concederà licenze ai privati per la coltivazione delle piante da parte di singoli (massimo 6 piante a testa), associazioni di consumatori (massimo 45 soci e 99 piante) e produttori più importanti, che venderanno la marijuana attraverso una rete di farmacie autorizzate, per un massimo di 40 grammi mensili a persona.

Per rendere possibile il controllo del mercato della marijuana sarà creato anche un registro di consumatori, la cui privacy sarà garantita dalle norme già esistenti in materia di protezione dei dati. Il presidente José Mujica ha ribadito che l’obiettivo della riforma non è “diventare un paese del fumo libero” ma piuttosto tentare un “esperimento al di fuori del proibizionismo, che è fallito” per riuscire a “strappare un mercato importante ai trafficanti di droga”.

Lo stesso Mujica, però, ha ammesso che “forse l’Uruguay non è pronto per questa esperienza”, come dimostrano i sondaggi, secondo i quali oltre il 60% dei cittadini si oppone alla riforma, e gli argomenti dell’opposizione, che denuncia il rischio di aumento del consumo di cannabis e la possibilità che il piccolo paese diventi una meta del “turismo della canna”. A queste obiezioni di fondo se ne aggiungono altre di tipo formale, che potrebbero motivare una dichiarazione di inconstituzionalità della legge. Passato l’iter parlamentare, l’anno prossimo si passerà alla prova dei fatti. Responsabili del governo hanno detto che la produzione e la vendita della marijuana di Stato sarà pronta verso giugno o luglio, e hanno garantito un prezzo competitivo con quello del mercato illegale: un dollaro al grammo.

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