Il Governo apre al modello tedesco

ROMA – Letta apre all’azionariato ai dipendenti nelle aziende, a partire dalle Poste, ma sul tema arriva a stretto giro il no della Fiom-Cgil perché c’è il rischio che i lavoratori mettano a repentaglio i loro soldi. Mentre la leader della Cgil, Susanna Camusso, puntualizza:

– Bisogna ragionare sul modello di partecipazione dei lavoratori alle scelte dell’azienda ma non sull’azionariato.

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, invece sottolinea che si tratta di ”una buona cosa”, un’istanza lanciata da tempo dalla Cisl. ‘

– Il prossimo anno, nell’ambito del secondo tempo di questo piano di dismissioni – ha spiegato Letta – studieremo con l’azienda e con i sindacati l’apertura del capitale di Poste e di altre aziende e la partecipazione dei lavoratori all’azionariato, permettendo loro rappresentanza negli organi societari. È un’esperienza unica, un tentativo – quello di sperimentare in Italia la Mitbestimmung tedesca – destinato a influenzare in meglio le relazioni industriali e il modello di impresa nel nostro Paese.

– Per noi – afferma il leader Fiom, Maurizio Landini – partecipazione è essere coinvolti nelle scelte delle aziende. Altra cosa è l’entrata nell’azionariato. A quello diciamo no perché non vogliamo che i lavoratori rischino i loro soldi.

– Si tratta di una importante dichiarazione programmatica – dice l’ex viceministro al Lavoro e giuslavorista, Michel Martone – anche se è difficile dalle poche parole del presidente del Consiglio comprendere se intendesse fare riferimento alla possibilità di remunerare in parte i lavoratori delle aziende di Stato come le Poste attraverso azioni, come peraltro previsto anche dal Codice Civile, oppure se intendesse aprire alla possibilità di introdurre nel nostro Paese la cogestione delle aziende su modello tedesco. Si tratta di due prospettive profondamente diverse. Nel primo caso i lavoratori diventano semplici azionisti, mentre nel secondo caso i rappresentanti sindacali entrano a far parte dell’organo di gestione dell’azienda (non necessariamente pubblica, ndr).

– Per l’azionariato dei lavoratori in azienda – spiega il giuslavorista Aldo Bottini, partner dello studio Toffoletto De Luca Tamajo – basta che lo preveda lo Statuto della società. Lo Statuto deve prevedere anche quali diritti diano queste azioni. Non c’è bisogno di un intervento legislativo, la possibilità è già prevista dal codice civile. Il modello tedesco è un’altra cosa. C’è un sistema di cogestione che prescinde dalla partecipazione azionaria. I lavoratori esprimono propri rappresentanti nell’organismo di gestione. Il sistema duale è previsto dalla legge. Perché questo modello funzioni in Italia bisognerebbe superare l’idea del conflitto ed entrare in una mentalità diversa. E comunque prima di immaginare il sistema tedesco bisognerebbe dare attuazione all’articolo 39 della Costituzione e fare una legge sulla rappresentanza.