La crisi impoverisce le famiglie

ROMA – Calano, per la prima volta da anni, i prezzi e il valore delle case e la ricchezza delle famiglie italiane, già messa sotto pressione dalla crisi, subisce una ulteriore, decisa, erosione. A segnalarlo è la Banca d’Italia secondo cui il calo del tradizionale bene rifugio mattone porta così il passivo della ricchezza netta dal 2007 a -9% a prezzi costanti. La media fissa la ricchezza a 143 mila euro pro capite e a 357 mila euro per famiglia su un valore totale di 8542 miliardi di euro con un ribasso dello 0,6% a prezzi correnti e del 2,9% in termini reali. E nei primi sei mesi del 2013 le stime parlano di un ulteriore -1%.

Già nel 2011 i ribassi delle attività finanziarie (specie azioni) avevano fatto calare la ricchezza netta delle famiglie ma nonostante la ripresa delle Borse vista lo scorso anno i bilanci familiari hanno subito un colpo dal taglio del valore delle abitazioni per via della crisi del mercato immobiliare. La casa rappresenta infatti quasi il 60% della ‘torta’ della ricchezza totale. E così per la prima volta dal 1995 il totale del valore delle proprietà immobiliari detenute dalle famiglie è sceso da oltre 5000 miliardi a quota 4832 (-3,9% che arriva a -6% in termini reali), un ribasso che peraltro è proseguito nei primi mesi del 2013 facendo vaporizzare in 18 mesi oltre 270 miliardi di valore.

Il mercato infatti è stretto fra le tenaglie del restringimento del credito da parte delle banche e dal calo del reddito per colpa della crisi che provoca meno richieste di mutui e che solo ora mostra qualche timido segnale di ripresa. Alcuni attribuiscono anche un effetto depressivo all’Imu e all’incertezza successiva sulla tassazione. Anche il risparmio viene limato e ‘nel 2012 è sceso per il settimo anno consecutivo in termini nominali, risultando pari a 36 miliardi di euro”.

Alla fine degli anni novanta si attestava in media intorno ai 100 miliardi di euro. Di fronte a questo scenario buio la Banca d’Italia sottolinea due aspetti positivi. Il primo è che l’indebitamento è limitato a 900 miliardi, circa il 10% delle attività complessive (ma il calo di prestiti e mutui rappresenta anche un segnale di difficoltà ndr) e il secondo invece che, nonostante il calo, le famiglie del nostro paese sono ancora ai primi posti nei paesi sviluppati. La ricchezza netta è pari nel 2011 a 7,9 volte il reddito lordo disponibile. Un rapporto, rilevano gli esperti dell’istituto centrale comparabile con quelli di Francia, Regno Unito e Giappone e superiore a quelli di Stati Uniti, Germania e Canada.