Cresce la tensione tra Libano e Israele

BEIRUT  – Le forze armate di Israele e Libano sono in stato d’allerta lungo il confine dopo che la notte scorsa un soldato libanese ha aperto il fuoco uccidendo un militare israeliano. Un’ “azione individuale” secondo le prime informazioni, come ha detto il generale Paolo Serra, comandante della forza Onu dell’Unifil, che ha peró sottolineato l’esigenza di completare in tempi rapidi un’inchiesta formale.

Si tratta dell’episodio più sanguinoso avvenuto alla frontiera tra i due Paesi, formalmente ancora in guerra, dopo che nel 2010 un soldato israeliano, due libanesi e un giornalista di Beirut erano morti in una sparatoria.

Secondo quanto riferito dall’esercito dello Stato ebraico, il militare ucciso era un sergente di 31 anni che é stato raggiunto da diversi proiettili mentre era alla guida di un veicolo nei pressi di Rosh Hanikra, vicino alla frontiera. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha condannato l’episodio, ricordando “alle forze armate libanesi le loro responsabilità” ed esortando entrambe le parti a dare prova di “moderazione”.

L’Unifil, i cui 12.000 ‘caschi blu’ sono schierati nel sud del Libano nella regione di confine, non ha fatto alcun cenno a un episodio citato da una portavoce militare israeliana al sito di Haaretz, secondo cui due ore dopo l’uccisione del soldato una pattuglia israeliana ha aperto a sua volta il fuoco contro “due figure sospette”, probabilmente soldati libanesi, a ridosso dei reticolati di confine. Lungo la frontiera, dove si é tra l’altro recato sabato il presidente del Consiglio Enrico Letta durante una missione di un giorno in Libano, scoppió nel 2006 un conflitto tra Israele e le milizie sciite libanesi di Hezbollah che provocó 1.200 morti libanesi, in gran parte civili, e 120 vittime israeliane, in maggioranza militari.

L’incidente della scorsa notte ha fatto in un primo tempo temere gravi conseguenze, specie dopo che Hezbollah aveva accusato Israele di essere dietro all’uccisione di un suo dirigente, Hassan al Lakiss, avvenuta a Beirut il 4 dicembre scorso. Lo Stato ebraico aveva negato ogni coinvolgimento nell’episodio. Ma un incontro tra ufficiali israeliani e libanesi convocato d’urgenza dal generale Serra al posto di frontiera di Ras Naqura avrebbe permesso di appurare che non si é trattato di una rappresaglia del Partito di Dio.

Si é trattato invece, ha detto al termine della riunione il comandante italiano della forza Onu, dell’ “azione individuale di un soldato in violazione delle regole e delle procedure operative”. Serra ha ammesso che “non tutte le circostanze dell’incidente sono ancora chiare” e che “é imperativo che si concluda il prima possibile l’inchiesta dell’Unifil in cooperazione con le parti, in particolare con le forze armate libanesi”.

Tuttavia il generale italiano ha aggiunto di essere “incoraggiato” dall’incontro, poiché sia israeliani sia libanesi “hanno enfatizzato il loro interesse a preservare la calma e la stabilitá lungo la Linea Blu. E si sono impegnate a lavorare con l’Unifil per rafforzare le misure di sicurezza a questo fine”.