UE, unione bancaria, accordo storico con tante incognit

BRUXELLES – L’Europa è soddisfatta della nuova tappa raggiunta dall’Unione bancaria con l’accordo sul fallimento controllato delle banche, e soddisfatto è anche Mario Draghi. Ma il Parlamento Ue, chiamato ora a negoziare con il Consiglio per raggiungere un’intesa finale, è molto critico e annuncia battaglia. La sua non è certo una voce isolata: nei corridoi delle cancellerie e delle istituzioni europee molti si lamentano dello scarso livello di solidarietà dimostrato ancora una volta dalla Germania, e della macchinosità del meccanismo pensato invece per agire velocemente in caso di crisi.

– L’accordo è un grande passo avanti per l’Unione Bancaria, ora l’importante è che il negoziato con il Parlamento europeo cominci subito – ha detto il presidente della Bce Draghi, entrando al vertice Ue dove parlerà con i leader ripetendo l’appello a fare in fretta.

Draghi ha chiesto che tutta l’Unione bancaria venga completata prima dello scioglimento dell’Europarlamento, cioè aprile prossimo, e quindi il tempo per negoziare un meccanismo così complesso è pochissimo. E il presidente del Parlamento Ue non lascia sperare in mesi di trattative facili.

–  L’accordo è molto lontano dalla posizione del Parlamento, il negoziato sarà molto lungo e la discussione durissima – ha detto dopo aver parlato con i leader al vertice Ue.

A Schulz, ma anche alla famiglia politica a lui opposta cioè i popolari europei, non piace che il Consiglio abbia in pratica affidato agli Stati la decisione finale sul se e quando ‘premere il grilletto’ contro una banca in difficoltà, facendo fuori la Commissione Ue che invece era vista come un organo super partes e quindi dava maggiori garanzie. In molti riconoscono che chi ha ottenuto di più dal negoziato sulla risoluzione delle banche, è come al solito la Germania: ha ottenuto che il fondo Esm continuerà a fare il suo lavoro di aiuto agli Stati e non interverrà per le banche, ha eliminato dai giochi la Commissione, ha creato un sistema di ‘paracadute’ finanziario dove saranno comunque gli Stati di appartenenza delle banche a intervenire se serve, e non un meccanismo comune.

Berlino si è quindi assicurata che i contribuenti tedeschi non pagheranno per salvare le banche dei Paesi del Sud, unica preoccupazione della cancelliera Angela Merkel, cavalcata anche durante la sua campagna elettorale e ripresa ora per quella delle elezioni europee in cui teme l’ascesa dei partiti euroscettici.

Il Parlamento europeo non è soddisfatto nemmeno del processo decisionale: la nuova autorità che prenderà la decisione è formata da un direttore esecutivo, quattro membri permanenti e i rappresentanti di tutti gli Stati membri dell’Unione. In più c’è il parere della Commissione. Troppe persone dice Schulz, che ne conta almeno 124.

– Se arrivate in ospedale e siete feriti, ma prima che intervengano i medici si deve consultare il consiglio di amministrazione dell’ospedale, dubito che sopravvivereste – ha esemplificato il presidente.

La Bce, durante la trattativa all’Ecofin, aveva chiesto di rendere più efficace e rapido il meccanismo decisionale. I ministri hanno quindi aggiunto una procedura d’emergenza che consentirà di ‘risolvere’ la banca in 24 ore. Ma la decisione sarà sempre in capo agli Stati.

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