L. Elettorale: Renzi, contatti a 360 gradi

ROMA – L’unica certezza al momento è che fino a quando la Corte Costituzionale non renderà note le motivazioni della sua pronuncia sul Porcellum, sul fronte della legge elettorale non succederà nulla. Mentre sulle modifiche costituzionali sembra tutto ancora in alto mare.

Il quadro che emerge, ascoltando i vari tecnici delle riforme, non è confortante. Nonostante gli appelli a far presto che arrivano da partiti e massime autorità dello Stato. E’ vero che il segretario del Pd Matteo Renzi avverte di star ascoltando tutti a 360 gradi, anche attraverso l’esperto riforme del partito, Maria Elena Boschi, ma i risultati ottenuti sinora non inducono all’ottimismo. Dobbiamo sapere su quali binari camminare, spiegano in commissione Affari Costituzionali della Camera, prima di imboccare una strada. Ed è per questo che si deve aspettare. Fino a quando la Consulta non avrà spiegato per filo e per segno come dovrà cambiare la legge elettorale, nessuno, si insiste, potrà sbilanciarsi.

E, al momento, l’unica novità è che il Nuovo Centro destra, attraverso Angelino Alfano, invita ad avviare la trattativa prima all’interno della maggioranza, per coinvolgere le forze di opposizione solo in un secondo momento. Forse perché è noto il “no” dei forzisti ad ogni ipotesi di doppio turno, anche di coalizione, che è invece un’ipotesi che comincia a farsi strada tra le forze che sostengono il governo.

La “chiusura” di Alfano (condivisa anche da parte del Pd) piace poco a Forza Italia. Prima Sandro Bondi si appella al segretario di Ncd affinché non escluda gli azzurri dalle intese sulla legge elettorale. Poi, il capogruppo Renato Brunetta smentisce con forza.

– Io con Nardella (uno dei fedelissimi di Renzi) – assicura – mi sento tutti i giorni….

Anzi, rilancia:

– Anche Renzi è d’accordo con noi nell’andare a votare a maggio insieme alle Europee…

Alfano e il capogruppo alla Camera Enrico Costa alla fine tentano di smorzare i toni assicurando che i contatti comunque dovranno esserci anche con FI.

Ma la polemica tra gli ex cugini non si placa. Se quello della legge elettorale si presenta come un bicchiere mezzo pieno, quello delle riforme resta decisamente vuoto. E’ vero, spiegano sempre i tecnici della maggioranza, che se si dice sì ad un doppio turno, questo implica una riforma del bicameralismo perfetto visto che sarà difficile “fare un doppio ballottaggio”, ma ci sono ancora molti scogli da superare come quello ad esempio del Senato.

Renzi vorrebbe una Camera Alta composta da consiglieri regionali ed esponenti degli enti locali, mentre Alfano e Quagliariello da senatori eletti dai cittadini durante le Regionali. Il ministro delle Riforme ha messo a punto una sorta di cronoprogramma nel quale si indicano le priorità per il 2014: riforma del finanziamento pubblico dei partiti; eliminazione delle province; legge elettorale; soppressione del bicameralismo perfetto; riforma del titolo V. E se su tutto questo si troverà un’intesa alla ripresa della pausa natalizia, si spiega nel Ncd, il governo potrà durare per tutto il 2014. Altrimenti si rischia di tornare alle urne molto prima. Incognita legge elettorale permettendo. Tutto, si osserva ancora nel Ncd, dipenderà da cosa accadrà dopo le motivazioni della Consulta e da quale posta Renzi metterà sul tavolo della trattativa.

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