Marò: Vania Ardito, moglie di Salvatore Girone, lancia l’iniziativa “tweet storm”

ROMA. – Su Facebook Vania Ardito, moglie del fuciliere barese del Battaglione San Marco, Salvatore Girone, trattenuto in India da due anni, insieme con il commilitone tarantino Massimiliano Latorre,  lancia l’iniziativa “tweet storm”. “In questo giorno di festa davvero particolare, e nonostante siamo lontani dalle nostre case, sentiamo il vostro grandissimo e caloroso affetto. Auguriamo a tutti voi un buon e sereno Natale con la speranza che il 2014 ci restituisca la serenità che ormai da due anni attendiamo. Buon Natale”. Lo scrive su Facebook Vania Ardito, moglie del fuciliere barese del Battaglione San Marco, Salvatore Girone, trattenuto in India da due anni, insieme con il commilitone tarantino Massimiliano Latorre, con l’accusa di aver ucciso due pescatori del posto, scambiandoli per pirati. Vania scrive da New Delhi, dove ora si trovano i due militari che sono stati raggiunti dagli “affetti più cari”, così come ha annunciato ieri su Fb il marò Latorre. E sempre ai social network affida oggi i suoi auguri Salvatore Girone che su Twitter scrive: “In questa giornata di festa, sento in particolar modo la vostra calorosa vicinanza. Colgo l’occasione per augurarVi un Buon Natale”. Proprio su Twitter questa sera ci sarà una “tweet storm” (tempesta di tweet) che gli internauti stanno organizzando per “far sentire la nostra vicinanza ai due fucilieri trattenuti ingiustamente in India”. L’appuntamento per dedicare un pensiero ai fucilieri è per le ore 21: i promotori dell’iniziativa invitano a esprimere “solidarietà e affetto” pubblicando anche la foto di una candela col nastro giallo. Questa è la seconda volta che i sostenitori dei fucilieri organizzando sul web una ‘tweet storm’: la prima, alla quale parteciparono in migliaia, fu organizzata il 4 novembre scorso, in occasione della festa delle Forze Armate.

Nella notte di Natale l’arcivescovo ordinario militare, Santo Marcianò, ha celebrato la santa Messa per il contingente italiano ad Herat. Nell’omelia ha ricordato anche i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Rivolgendosi, poi, ai militari italiani di stanza in Afghanistan ha sostenuto: “Permettete che il primo pensiero sia per le vostre famiglie, cari militari, dalle quali la lontananza appare più dura proprio in questa notte. La Notte di Betlemme non era meno buia di tante notti che anche noi viviamo, che anche voi vivete, nella fatica del lavoro, nella paura per i rischi, nella solitudine della lontananza dagli affetti; tante notti in cui siete immersi a motivo degli egoismi umani, che ancora oggi generano guerre e divisioni, fra popoli e popoli ma anche nello stesso popolo, per motivi di potere politico, di interessi economici, di intolleranze religiose”. Mons. Marcianò ha poi riservato un pensiero ai tanti militari che, nell’anno trascorso, sono stati presenti in calamità naturali ed eventi straordinari, in emergenze sanitarie ed aiuti umanitari, in esigenze di carattere sociale, ambientale e organizzativo. “I poteri umani – ha aggiunto il presule – siano essi poteri politici, militari o religiosi, di governo o di organizzazione sociale, non sono al servizio della pace finché non “caricano sulle spalle” le persone loro affidate, finché non assumono e fanno proprie le loro croci. Costruisce la pace non chi dall’alto esercita un potere sovrano ma chi si mette a servizio, donando la propria vita a coloro che sa essere fratelli”. “L’educazione alla pace, così come il Natale – ha concluso Marcianò – richiede di più, richiede un cambio di vita in termini di sobrietà, giustizia, amore; un cambio possibile se si intravede la grazia di Dio che appare quando Dio si fa Uomo, manifestando la dignità di ogni uomo e riportando l’uomo alla sua originaria dignità. Non ci capiti – come militari, come responsabili della cosa pubblica, come cristiani, come persone – di smarrire mai il senso della profonda dignità dell’uomo, di ogni uomo, di cui tutti siamo a servizio”. Oggi, dopo la visita a Kaia, presso il Comando Italfor, è in programma una celebrazione internazionale. Nel pomeriggio, poi, tappa all’ambasciata italiana e il saluto ai militari italiani. Durante la giornata di Santo Stefano, l’ordinario si intratterrà con i cappellani militari presenti in Afghanistan. Per l’Epifania è già stato organizzato un viaggio in Libano.

 

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