Formula 1: Schumacher operato, è in coma

GRENOBLE (FRANCIA). – Michael Schumacher rimane in ”condizioni critiche”, ”e al suo arrivo qui soffriva di un trauma cranico grave, con annesso coma, per il quale si è reso necessario un immediato intervento neurochirurgico”. E’ quanto scritto in un comunicato diffuso in serata dal centro ospedaliero universitario di Grenoble. In precedenza, prima che l’ospedale di Grenoble diffondesse la sua breve nota, l’emittente Rmc, citando fonti mediche dirette, aveva sostenuto via radio e sul proprio sito che le condizioni di ‘Schumi’ erano in peggioramento parlando appunto di ”stato critico” e di ”emorragia cerebrale in corso”. Rmc, ripresa poi dal sito de ‘L’Equipe’, aveva anche fatto sapere che in ospedale, oltre alla moglie e ai figli del pluricampione del mondo di F1, era arrivato il professor Gerard Saillant, proveniente da Parigi, che operò il ferrarista dopo l’incidente di Silverstone (1999).

Intorno alle 11 di questa mattina Michael Schumacher, in vacanza a Meribel, in Alta Savoia, era stato vittima di una brutta caduta mentre sciava. L’ex campione di Formula 1, che ha battuto la testa al suolo con violenza, era stato subito trasportato in elicottero all’ospedale di Grenoble, dove gli hanno diagnosticato un trauma cranico, ma non sarebbe in prognosi riservata.

Grande appassionato della neve, Michael Schumacher è stato tradito dalla sua irruenza mentre si trovava sugli sci, ma per un amante della velocità come lui i fuoripista in 45 anni di vita (li compirà venerdì prossimo) e in quasi 40 di agonismo tra i motori non sono mancati. Nonostante una vita a 300 all’ora, la fortuna è sempre stata dalla sua parte, e solo in due occasioni se l’è vista davvero brutta. La prima volta fu nel 1999, quando era alla Ferrari. Nel Gran Premio di Gran Bretagna, a Silverstone, l’11 luglio, Schumacher subì il più grave incidente della sua carriera, andando a sbattere a oltre 100 all’ora con la sua F399 contro le barriere di protezione a causa di un guasto ai freni. Si fratturò tibia e perone della gamba destra e rimase lontano dalle corse per diversi Gran Premi, 97 giorni in totale. “Sono fortunato a essere vivo”, disse a caldo, per poi raccontare: “Il mio cuore ha smesso di battere e tutto è diventato nero. Ho pensato che è questo ciò che sentiamo quando stiamo per intraprendere il viaggio verso l’aldilà”. Un vero e proprio choc, quindi, ma forse il rischio più elevato lo corse non alla guida di una monoposto, ma su una due ruote, dieci anni dopo. L’11 febbraio 2009, il sette volte campione del mondo cadde in moto sul circuito di Cartagena, vicino a Murcia, nel sudest della Spagna, mentre provava un bolide da Superbike. Schumacher subì delle micro fratture nella zona della testa e della nuca, che ebbero pesanti conseguenze, impedendogli di tornare alla guida della Ferrari, come sperava, per prendere il posto di Massa fino a fine campionato. Schumi però non si arrese e l’anno successivo tornò in pista con la Mercedes, per un’esperienza non entusiasmante fino al ritiro definitivo a fine 2012. Lasciato il circo, il tedesco è tornato ai kart, senza dimenticare le moto e lo sci, le altre due sue passioni. L’incidente a Meribel lo frenerà per un po’, ma di sicuro non lo ferma, nella sua sfida con il vento.

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