Grave malore per Pierluigi Bersani, problema cerebrale

PIACENZA. – L’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani è stato colpito da un grave malore questa mattina. Intorno alle 11 è arrivato al Pronto Soccorso di Piacenza accompagnato dalla moglie e dal fratello. Accusava un malessere e attacchi di vomito. I sanitari lo hanno sottoposto ad accertamenti e dall’esame della Tac è emerso un problema cerebrale grave. Bersani, che non ha perso conoscenza, è stato immediatamente trasferito all’ospedale Maggiore di Parma, nel reparto di neurochirurgia, a bordo di un mezzo del 118.

La causa principale di una emorragia subaracnoidea è nella maggior parte dei casi un’aneurisma intracranico, una dilatazione, fino alla rottura, di un vaso arterioso della testa. Il sangue così si raccoglie negli spazi subaracnoidei, cioè nella parte che avvolge il cervello fino al cranio. E’ quanto spiega il Direttore di neurochirurgia del Policlinico di Roma Tor Vergata, il professor Bernardo Fraioli, a proposito del malore che ha colpito stamani l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, se verrà confermata l’ipotesi iniziale. Il cervello infatti è avvolto da tre membrane, dall’esterno verso l’ interno: la dura madre, l’ aracnoide e la pia madre. ”Tutti possiamo avere malformazioni congenite settoriali di uno dei vasi arteriosi della base cranica – spiega il neurochirurgo – che si può rompere senza esserne a conoscenza, causando così un emorragia subaracnoidea, e il sangue si raccoglie negli spazi subaracnoidei che avvolgono tutto il cervello e prevalentemente nelle cisterne della base. L’ intervento in sala operatoria è forse uno dei più delicati in chirurgia”. Il neurochirurgo ovviamente non si spinge più in là nel commentare il malore che ha colpito Bersani, non essendo a conoscenza di quanto stanno accertando i suoi colleghi di Parma, ma spiega, parlando in generale, che nei casi di aneurismo intracranico, la causa più frequente di un’emorraggia suracnoidea, si può anche optare per la terapia endovascolare, che ha il vantaggio di essere un intervento extracranico e dunque meno invasivo e caratterizzato da meno complicanze post operatorie: ”L’obiettivo del trattamento è quello di sigillare in modo sicuro l’aneurisma per impedire la rottura e sanguinamento o prevenire risanguinamento”.