Dopo l’aumento degli stipendi altri provvedimenti?

CARACAS – Fedecámaras considera che l’aumento dello stipendio, annunciato dal presidente Maduro, non è la soluzione all’incremento galoppante dell’inflazione. Il vicepresidente dell’organismo imprenditoriale, Francisco Martìnez,  ha sottolineato che il provvedimento è solo un palliativo.

Di opinione opposta, invece, il coordinatore della ‘Centrale Socialista dei Lavoratori’, Wills Rangel, che ha affermato ieri che l’aumento degli stipendi restituisce potere d’aquisto ai venezolani.

Il dirigente sindacale, facendosi eco delle parole del capo dello Stato, ha sostenuto che l’aumento del 10 per cento decretato dal presidente Maduro è la risposta alla crescente inflazione causata da una presunta “guerra economica” dichiarata da frange della destra radicale.

– Il “presidente operaio”, con l’aumento dei salari – ha sottolineato Wills Rangel –, ha voluto difendere il potere d’acquisto dei lavoratori.

Dal canto suo, il vicepresidente di Fedecámaras, ha precisato che il provvedimento è stato preso senza che siano state consultati tutti i settori della produzione.

– L’aumento dei salari è una palliativo – ha reiterato – ci sono altri provvedimenti nell’ambito macroeconomico che necessariamente si dovranno prendere. Sono necessarie misure che permettano di stimolare la produzione e l’attività industriale. Solo così si potrà ridurre l’inflazione ed evitare che l’aumento degli stipendi si riduca in ‘sale e acqua’.

Il dirigente degli industriali ha poi sottolineato l’importanza di un dialogo aperto, sereno ed onesto tra tutti gli attori dell’economia.

– Il governo – ha detto – deve riconoscere che tutti svolgiamo un ruolo importante nel Paese.