Caso Shalabayeva: Alfano nella bufera

ROMA  – Nel giorno in cui il tribunale francese concede il via libera all’estradizione verso la Russia dell’ex oligarca e oppositore kazako Mukhtar Ablyazov, scoppia di nuovo in Italia il caso Shalabayeva e il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano torna nell’occhio del ciclone.

Una tempesta provocata da un’intervista pubblicata su ‘la Repubblica’ al prefetto in pensione Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del Ministro dimessosi proprio a causa dell’affaire che ha riguardato l’estradizione della moglie del dissidente kazako. Dalle parole del prefetto emerge che Alfano sarebbe stato a conoscenza dei fatti prima dell’avvenuta e frettolosa ‘consegna’ al governo kazako della donna e di sua figlia. E ora sono in tanti in Parlamento a chiedere al ministro di tornare a riferire in Aula. Tra questi i senatori renziani Roberto Cociancich e Isabella De Monte che chiedono al ministro un chiarimento.

– Aspettiamo Alfano in Aula. Il Parlamento deve sapere se il vicepremier ha detto la verità o ha mentito – dicono i due senatori Pd e con loro chiedono che Alfano riferisca in Aula anche Sel e il Psi.

“Se le parole del prefetto Procaccini saranno confermate, il ministro Alfano ha mentito al Parlamento e al Paese. Il presidente del Consiglio Letta non ha nulla da dire?” si chiede Nichi Vendola, presidente di Sel, su Twitter. Ed anche il segretario Psi Riccardo Nencini annuncia un’interrogazione urgente al governo per conoscere le responsabilità, “non solo politiche, della vicenda”.

. Il caso – aggiunge – non si è mai chiuso.

Anche i Cinque Stelle reagiscono e chiedono le dimissioni del ministro.

– Il M5S ha già richiesto le dimissioni di Alfano e proposto una mozione di sfiducia. Alla luce delle dichiarazione del prefetto Procaccini, è evidente la correttezza della nostra posizione. E’ evidente la completa responsabilità del ministro di cui si rinnova la richiesta di immediate dimissioni – dice il senatore pentastellato Michele Giarrusso.

Dal racconto del prefetto, che la Repubblica definisce il “capro espiatorio dell’affaire Shalabayeva”, apparirebbero false almeno due circostanze accreditate dallo stesso Alfano in Parlamento. E cioè, riassume il quotidiano, l’aver sostenuto di non essere stato informato dal suo capo di gabinetto della caccia al latitante. E l’aver sostenuto di essere trasecolato nell’apprendere dal ministro Emma Bonino, il 2 giugno, che esisteva una ‘questione kazaka’ legata a un’operazione di polizia condotta nel nostro Paese.