L’incubo di Barack Obama, perdere il Senato

WASHINGTON. – Rilanciare la riforma sanitaria, parlare ai giovani, alle donne, ai tanti operai che sono tornati al lavoro dopo la crisi. Girare il paese, fare comizi e soprattutto organizzare tantissime cene di raccolta fondi a favore del partito democratico. Barack Obama scende in campo per difendere la sua maggioranza al Senato. A circa 10 mesi dal voto del midterm, il presidente convoca alla Casa Bianca i 55 componenti Caucus del partito democratico alla Camera Alta per mettere a punto un piano d’azione comune in vista del prossimo appuntamento elettorale. Un incontro secondo molti osservatori piuttosto inusuale, tenuto conto che cade a una decina di giorni dal discorso presidenziale sullo Stato dell’Unione, in programma il prossimo 28 gennaio. Tuttavia, alla Casa Bianca sono tutti convinti che non ci sia tempo da perdere. Tutto lo staff obamiano é da tempo impegnato a testa bassa a evitare che oltre alla House, anche il Senato, oggi con una maggioranza di soli 5 seggi, passi in mano al Grand Old Party: una prospettiva da incubo per Obama che metterebbe in seria crisi gli ultimi due anni del suo secondo mandato alla guida del Paese. ”In un momento in cui la politica di Washington é cosí polarizzata ed é difficile fare accordi bipartisan – ha detto di recente Obama – dobbiamo mantenere la maggioranza al Senato, seppure con il minimo scarto. Altrimenti – ha ammesso il presidente – sará difficilissimo portare avanti il nostro lavoro nei tre anni che ci rimangono”. Obama non lo dice espressamente, ma senza il Senato, sarebbe costretto a dire addio a riforme cruciali per il suo secondo mandato, come quella dell’immigrazione, dell’innalzamento della paga minima, per non parlare di quella della lotta al cambio climatico, fortemente avversata dal partito repubblicano. Quindi, pancia per terra alla conquista dei voti in vista del prossimo 4 novembre. Dei 33 seggi solitamente in palio nel midterm, stavolta, 20 sono stati sinora in mano ai democratici e 13 ai repubblicani. Ma la battaglia vera si gioca in una manciata di stati, esattamente in 8 collegi dove i precedenti senatori eletti non si presenteranno piú. E di questi, 2 erano in mano ai repubblicani e ben sei ai democratici. Ed é proprio in queste realtá che il Grand Old party cercherá di strappare quei sei senatori che gli assicurerebbero la futura maggioranza. (di Marcello Campo/ANSA)