Premier tira dritto, intesa per 2014 in tempi brevi

ROMA. – Enrico Letta non molla, tira dritto nel tentativo di trovare una intesa sull’agenda del governo per il 2014, sulla legge elettorale, le riforme e un nuovo patto sulla competitività. Con in testa questo obiettivo oggi ha continuato le consultazioni con i partiti della maggioranza,in vista del tavolo plenario, con un occhio a quanto succedeva alla direzione del Pd. Una giornata di lavoro a Palazzo Chigi divisa tra le carte per “impegno 2014” e la valutazione dell’esito del vertice dem, una valutazione positiva per quanto riguarda gli sforzi di Matteo Renzi sulla legge elettorale: “coraggiosi” e “opportuni”. Decisamente critica quanto si mettono in discussione i primi 10 mesi di attività del suo governo. Ma non può non apprezzare la rinnovata offerta e promessa di dare vita ad un “anno costituente” che spazzi via le tentazioni o “il ricatto” di chi si dice disposto a fare un accordo per andare a votare a maggio. Perchè il punto focale in questo momento rimane, per il presidente del Consiglio, l’impegno comune per far uscire finalmente il Paese dalla sacca in cui era finito. E in cui il nuovo inizio del governo dovrà corrispondere ad un nuovo inizio per tutto il Paese. Ognuno con i mezzi e gli strumenti che gli appartengono. Lo strumento che Letta ha in mano per guidare questa riscossa e’ il contratto di coalizione: un accordo che avrà come parola chiave il concetto di competitività. E che ha come evidente corollario la ripresa dell’occupazione, soprattutto quella giovanile. Con interventi a tutto campo che spazieranno dal lavoro al fisco, alla sburocratizzazione. Un contratto che Letta intende portare a termine nei prossimi giorni: la dead line resta quella del 24-25 gennaio. Dopo, Letta sarà a Bruxelles e lì potrà esibire i risultati di quello che dovrà appunto essere l’accordo di maggioranza sulla ripartenza dell’Italia. Un patto di maggioranza che in qualche modo potrebbe raccordarsi anche alle riforme che Renzi intende trattare a tutto campo. Incluse le richieste di intervento sui cosiddetti ‘diritti’ che alcune forze di governo chiedono di includere nel patto. Letta non ha “pregiudizi ideolgici” in merito: vedrà nel corso dei prossimi giorni se ci saranno spazi per farlo. Intanto lavora alle sue proposte per il contratto, visto che il suo ruolo non sarà solo di raccordo ma propositivo. E cerca di concentrarsi sugli aspetti positivi che derivano al governo dal pressing di Renzi. Letta non ha partecipato alla direzione del Pd, ne ha seguito a distanza i lavori da palazzo Chigi dove ha invece incontrato il ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, per mettere a punto le iniziative da inserire appunto nel contratto. Come dire, usando i modi di Renzi, che intanto il governo le cose le fa. In mattinata ha anche visto la delegazione del Psi di Nencini. Con lui il premier avrebbe confermato la possibilità di legare alla “discontinuità programmatica ad una discontinuità anche rispetto all’attuale assetto di governo in carica”. Ma il Psi ha anche posto l’urgenza dell’apertura di un dibattito sui diritti: lo si farà in Parlamento ma Letta “è consapevole del fatto che si tratta di un tema caldo”. E dunque, non si esclude che la questione possa fare davvero capolino nel contratto. Anche perché le ‘consultazioni’, seppure informali, non sono ancora terminate e il premier deve ancora incontrare Angelino Alfano. Nessun problema viene invece riscontrato a palazzo Chigi a causa di quelli che vengono definiti incidenti di percorso come quello sulla comunitaria o lo stop alla nomina di Padoan all’Istat. Domani, infatti, il suo nome verrà riproposto in Consiglio dei ministri. (Francesca Chiri/ANSA)

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