Sochi: minacce terroristiche. Sotto tiro Italia e altri Paesi

ROMA. – Una mail di minacce recapitata al Coni riaccende anche in Italia l’allarme terrorismo per i Giochi olimpici invernali di Sochi, a poco più due settimane dalla cerimonia inaugurale del 7 febbraio, primo evento a massimo rischio per il sistema di sicurezza messo in piedi dal presidente Putin. Messaggi dello stesso tenore sono stati recapitati anche ai Comitati olimpici nazionali di Ungheria e Slovenia, mentre il Cio ha messo in moto la macchina dei controlli. Il Comitato olimpico italiano ha confermato di aver ricevuto la mail “contenente minacce terroristiche e analoga ad altre pervenute al Cio e ad altri comitati”, esprimendo però “serenità e fiducia nelle misure di sicurezza che sono state garantite dagli organizzatori”. Che la preoccupazione per attacchi sanguinosi ed eclatanti dei militanti islamisti del Caucaso fosse elevata era noto, tanto che il presidente americano, Barack Obama, in una telefonata con Putin ha confermato il massimo impegno degli Stati Uniti per garantire la sicurezza dei giochi, ma se il tam tam del terrore arriva fino a Palazzo H, sede del Coni, è inevitabile che anche la delegazione italiana si senta più esposta. Sarà “un’Olimpiade da prigionieri” pronostica intanto il direttore tecnico della nazionale maschile di sci, Claudio Ravetto, che con la squadra è destinato a trascorrere vari giorni nell’isolato e blindatissimo villaggio olimpico in quota, vicino alle piste. “Non c’è paura, siamo consapevoli del rischio ma confidiamo nell’apparato di sicurezza; il nostro impegno è rimanere concentrati e non farsi condizionare da queste vicende esterne”, ha detto il tecnico azzurro, esprimendo il sentimento comune tra i protagonisti. Per il ministro dello Sport, Graziano Delrio, “è inaccettabile minacciare lo sport, strumento di pace e dialogo tra i popoli. Solidarietà al Coni”. Nessuno comunque si tira indietro, come ha ribadito il comitato olimpico ungherese confermando di aver ricevuto “minacce terroristiche rivolte alla nostra delegazione” a Sochi: “Ci invitava a restare a casa. Non spetta a noi stabilire la gravità del gesto, ma non salteremo le Olimpiadi”. Il Cio è prudente. Da Losanna, il capo dell’ufficio stampa, Emmanuelle Moreau, ha sostenuto che “non si tratta di una minaccia terroristica ma di un messaggio aleatorio” e che finora “ogni credibile informazione é trasmessa ai servizi di sicurezza pertinenti”. L’ambasciatore russo presso l’Unione Europea, Vladimir Chizov, ha detto che era prevedibile arrivassero delle minacce, “dato che i giochi olimpici attraggono sempre i ‘cattivi’ ed i ‘pazzi'”. “Tutte le possibili misure per la sicurezza sono già in atto” e “Sochi oggi è la città più sicura in Russia”, ha aggiunto l’ambasciatore, pur ammettendo che “ci potrà essere qualcuno che cercherà di mettere in pericolo i Giochi”. Un’ulteriore, e un po’ inusitata, misura di sicurezza è stata posta in essere dalla Russia, che ha “arretrato” di alcuni km il confine con la regione georgiana separatista dell’Abkazia, riconosciuta da Mosca dopo la guerra con Tbilisi nel 2008, per rafforzare i controlli, provocando le proteste della Georgia. L’apparato di sicurezza si preannuncia quindi imponente, ma se un’impalpabile mail è bastata a far sobbalzare i cuori, Sochi si preannuncia proprio come l’Olimpiade a fiato sospeso. 

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