Caracas ha ammirato da vicino il trofeo della Fifa

CARACAS – La Basilica di San Pietro del calcio si apre – improvvisamente e miracolosamente – nel cuore di Caracas. Il ‘Salón de los evento dell’Hotel Eurobuilding’ per un fine settimana è diventato una specie di tempio di pellegrinaggio dove circa otto mila persone hanno avuto la fortuna di osservare e di farsi fotografare vicino alla coppa del mondo di calcio.

Dopo aver svolto il tour dentro il salone dove era esposto il trofeo, incontriamo Jorge Andrés Hindoyan che ci racconta la sua esperienza: “In realtà devo essere molto grato con gli organizzatori, ho vissuto una bellissima esperienza che mi ha permesso, insieme alla mia familia, di osservare da vicino la Coppa del Mondo. Una opporttinità che non hai tutti i giorni. – spiega questo tifoso di origini italiane, il suo cognome materno è D’Angelo – Io ho avuto la possibilità di vivere questa esperienza anche nel 2010, quella di 4 anni fa mi è sembrata più completa con più attività per i tifosi, beh, può darsi che siano influite altre situazioni che non hanno permesso di ripeterlo nella stessa maniera. Ma spero che questa esperienza si ripeta anche nel 2018”.

Maestro: è il nome che ancor oggi gli è rispettosamente riservato. Silvio Gazzaniga (padre della creatura) vive tuttora a Milano, dove è nato il 23 gennaio del 1921. E’ il creatore del più ambito trofeo calcistico. La “Coppa” prese forma nella sua testa e nelle sue mani nel 1971. Da allora ha visto passare la sua creazione in numerose mani. Franz Beckenbauer fu il primo a farla vedere al mondo, non senza fierezza, nel 1974; un onore toccato in seguito a Daniel Passerella, Dino Zoff, Diego Maradona, Lothar Matthaus, Carlos Dunga, Didier Deschamps, Cafù e il nostro Fabio Cannavaro nel 2006. Per questo motivo i visitatori si sentivano fortunati di vedere il trofeo, come ci racconta Daniel Stifano: “Io come tifoso ed appassionato di calcio posso dirti che, quando stai per arrivare al momento della foto, ti viene una voglia matta di abbracciarla così come hanno fatto i miei idoli della nazionale Dino Zoff nell’’82 e Gianluigi Buffon nel 2006”.

Dal canto suo Donato Miele ci dice: “Non ho parole. E’ un’esperienza bellissima ed indescrivibile. Quasi piango al momento di essere vicino alla coppa. Sono felice che anche il mio bimbo abbia potuto vivere questa esperienza. – poi sorridendo ci dice – Spero che questo mondiale lo vinca l’Italia”.

Nelle vicinanze del muro dove gli ‘hinchas’ lasciavano impresso il proprio nome incontriamo Daniel Crespo: “E’ un evento unico, in primo luogo per il fatto che poche persone al mondo possono vederla da vicino. Poi, questo tipo di esperienze sono incredibili che aiuteranno alla crescita del calcio venezuelano”.

Durante due giorni Caracas ha ospitato una sorta di ‘Giubileo’ calcicistico, dove gli ‘hinchas’ della palla a chiazze indossando le maglie delle diverse nazionali si sono messi in fila, per poterla contemplare da vicino: chi si fa il segno della croce, chi gli tremano le gambe come se dovesse calciare il rigore decisivo di un mondiale: sono diverse le emozioni vissute in questo affascinate weekend, come ci racconta Adriana Santaella, durante la fila per raccogliere la sua foto ci racconta: “Prima di arrivare avevo una enorme curiosità di vedere la coppa, ma poi quando ero nella fila per farmi la foto le gambe hanno iniziato a tremarmi dall’emozione. Mi sono sentita fortunata, per l’occasione di vedere da vicino questo prestigioso trofeo”.

Alexander Duran ci dà la sua opinione: “L’esperienza rispetto a quella del 2010 è migliorata, questa volta la Coppa era più vicina. I privilegiati che hanno assistito all’evento sicuramente si sono sentiti soddisfatti. Senza dubbio l’evento servirá per far crescere la pratica del calcio e la passione di andare allo stadio ogni domenica, e non solo nelle grandi occasioni”.

Antonino Cittadino, “Mi sento molto emozionato, è un privilegio essere vicino a questo mitico trofeo. Mi riempe d’orgoglio sapere che è stato creato da un italiano e poi è inevitabile ricordare le immagini delle vittorie degli azzurri: all’improvviso vedi scorrere le scene quando Zoff e Cannavaro hanno alzato al cielo la prestigiosa coppa”.

Anch’io c’ero e per un attimo mi sono immedesimato con quei campioni che hanno alzato al cielo quella coppa. Quelle mani che sollevano il trofeo rimangono indelebili nella storia del calcio mondiale. Solo pochi calciatori hanno avuto il privilegio di alzarla in cielo. Non vorrei mai trovarmi nei panni di chi perde una finale mondiale ad un passo dal sogno di una vita. Per questo motivo posso dirvi che è indescrivibile il momento”.

Caracas è stata l’ultima tappa del tour in Sudamerica, il trofeo prossimamente sarà esibito anche a Roma dal 19 al 21 febbraio. Il mondiale inizierà il prossimo 12 giugno con la gara inaugurale tra i padroni di casa del Brasile e la Croazia. Mentre la finale è in programma il 13 luglio ed avrà come scenario il mitico Maracaná di Rio, dove speriamo di vedere in campo la nostra nazionale azzurra.

Fioravante De Simone

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