Universitá: I rettori denunciano, -15% ricercatori in 4 anni

ROMA – Fermiamo la fuga dei giovani ricercatori. L’appello lo ha lanciato da Genova il presidente della Crui, Stefano Paleari, snocciolando numeri che confermano l’urgenza di fare qualcosa per arginare il fenomeno. “Le Università italiane negli ultimi quattro anni – ha sottolineato – hanno perso il 15% dei ricercatori, mentre la vita media dei docenti e dei ricercatori è aumentata a 51 anni. Serve un piano nazionale per i giovani, per far sì che i giovani che formiamo fino al dottorato di ricerca non abbiano come unica opportunità fuggire dal nostro Paese”. E’ giusto, per il capo dei rettori, che lo studio universitario, la ricerca, siano aperti e internazionali, “ma non è giusto che sia solo in una direzione, che il nostro Paese investa per formare i giovani, costretti poi a dare il meglio in altri Paesi, è arrivato il momento di parlare di equilibrio tra chi va e chi viene. L’Italia non può perdere il treno, è arrivato il momento che il nostro Paese immagini l’Università come punto di riferimento per i giovani, per una nuova prosperità”. E le promesse non bastano più, servono fatti: “Il governo Letta quando ha preso la fiducia a dicembre alla Camera ha detto che entro il 31 marzo avrebbe fatto un Piano per l’Università. Ancora non si vede niente, non siamo ancora al 31 marzo ma ci stiamo molto avvicinando”. Anche l’Adi (Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani) invoca interventi: “Serve un piano straordinario di reclutamento per i professori associati”, “riaprire i canali del reclutamento e ridare ai giovani ricercatori una legittima aspettativa di lavoro è oggi più che mai una condizione necessaria alla sopravvivenza e alla riqualificazione dell’Università italiana”, spiega.