Governo e industriali, il piano Letta per il rilancio

ROMA.- Competitività, riduzione del costo del lavoro, una sburocratizzazione radicale e un contesto infrastrutturale che invogli e aiuti imprenditori o aspiranti tali: sono questi alcuni dei punti chiave che Enrico Letta potrebbe mettere sul tavolo del direttivo di Confindustria il 19 febbraio quando, per dirla con le parole di Giorgio Squinzi, il premier dovrà presentarsi “con la bisaccia piena”. Un appuntamento cruciale, quello in viale dell’Astronomia, nel quale Letta punta a mitigare il pressing degli industriali in vista della decisiva direzione del Pd e del ‘redde rationem’ con Matteo Renzi, che sopraggiungerà solo 24 ore dopo. E a Confindustria il premier, spiegano ambienti vicino al presidente del Consiglio, porrà sul tavolo una programmazione di tipo europeo strutturata su modello aziendalista per il rilancio dell’economia. Un rilancio che è uno dei pilastri portanti di “Impegno 2014” e che sul piano del sostegno alle imprese include delle proposte che, con alcuni partiti, sono già in una fase avanzata. Tra le priorità figurano certamente l’istituzione di un fondo per la riduzione del costo del lavoro, un migliore accesso al credito alle imprese che non sia più ‘a pioggia’ ma selettivo e un piano di contrasto alla corruzione e alla criminalità economica da attuare in tempi strettissimi. Piano che costituisce uno di quei ‘fattori esogeni’ con il quale il governo conta di rilanciare l’imprenditoria italiana. Parlando al direttivo degli industriali, Letta non si limiterà quindi a sottolineare gli sforzi del governo per attrarre capitali stranieri, già avviati come dimostra la missione nei paesi del Golfo. Anche perché non basterebbe a convincere Confindustria a dilazionare il suo ultimatum, al quale oggi si è peraltro unito il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Innovazione e ricerca, sostegno alle start-up, valorizzazione delle eccellenze, saranno alcuni degli argomenti che Letta indicherà come obiettivi prioritari di Impegno 2014. Con un occhio al miglioramento delle infrastrutture – a partire dal progetto “6mila campanili” varato dall’esecutivo a gennaio e uno alla riduzione del debito. E a tal proposito, ribadiscono a Palazzo Chigi, le risorse delle privatizzazioni (si prevede di arrivare a 12 miliardi) sono destinate alla riduzione del debito, come previsto da una norma europea.  (Michele Esposito/ANSA)

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