Round decisivo Letta-Renzi, staffetta no, svolta si

ROMA. – Contratto di coalizione, rimpasto, legge elettorale: la settimana che si apre oggi sarà cruciale per le sorti del governo. Il premier Enrico Letta non vuole perdere tempo e il fine settimana ha lavorato sul dossier ‘Impegno 2014’, al quale dedicherà anche la giornata di oggi, con l’intenzione di essere pronto a incontrare il Capo dello Stato il primo momento utile a partire da martedì. Colloquio durante il quale anche il tema della squadra di governo sarà affrontato. Intanto il segretario del Pd Matteo Renzi insiste nel pressing su Palazzo Chigi chiedendo un cambio di passo e chiudendo al contempo all’ipotesi di staffette. Andare al governo? “Ma chi ce lo fa fare?”, replica ad Agorà che chiede infatti se non intenda salire al comando della macchina governativa. In una giornata in cui i renziani, sulla scia del loro leader, lo hanno incalzato senza sosta invitandolo alla “chiarezza” e ribadendo come sul tavolo vi siano solo tre opzioni (rilancio Esecutivo, elezioni, governo di Legislatura), il presidente del Consiglio preferisce non replicare apertamente e sceglie di concentrasi sul Programma 2014, convinto che la concretezza sia un fattore determinante. Occupazione, politica fiscale, sburocratizzazione e legalità: sono questi i temi intorno ai quali si articolerà il nuovo contratto di coalizione, che avrà anche un timing dettagliato nell’arco dell’anno. La convinzione infatti è che sia necessario evitare che alla ripresa economica non si agganci quella occupazionale, così come è invece accaduto in alcuni Paesi europei. E il premier è pronto a prendere a breve un’iniziativa chiara su questo fronte, sempre ovviamente che nel frattempo in Parlamento l’intesa sulla legge elettorale riesca a reggere. Difficile infatti che nel caso in cui l’atmosfera si surriscaldasse possa essere possibile per Palazzo Chigi rilanciare la propria azione. Se comunque il lavoro su Impegno 2014 è quasi terminato, il dossier sulla riorganizzazione della squadra di governo è invece aperto. La via più semplice, e che non richiede particolari passaggi, sarebbe quella del minirimpasto attraverso innesti che vadano a ricoprire le caselle rimaste vuote; altro ragionamento occorrerebbe fare invece nel caso in cui si decidesse di procedere a un rimpasto vero e proprio. Il tema sarà comunque, come è naturale, oggetto dell’incontro con il Colle. Se l’ala renziana attende una mossa di Letta, anche la minoranza Pd chiede al premier di smuovere le acque. In questo caso però le subordinate si riducono a due: escluso il ricorso a elezioni, Gianni Cuperlo vorrebbe un Letta bis; e nel caso in cui non sia possibile, chiarisce, “il segretario del principale partito che sostiene questo governo faccia una proposta alternativa e noi saremo responsabili”. Esattamente l’opzione che più sembra spaventare Renzi, che appunto oggi torna a prendere le distanze dall’ipotesi di entrare a Palazzo Chigi senza passare per il verdetto degli elettori. (Chiara Scalise/ANSA)