L’ultima sfida di Obama, ridare il voto ai carcerati

NEW YORK. – Ridare il diritto di voto a milioni di detenuti e perfino ex detenuti americani. E’ l’ultima battaglia dell’amministrazione Obama sul fronte dei diritti civili e della difesa delle minoranze, soprattutto quella afroamericana. A lanciare la nuova sfida è stato il ministro della giustizia, Eric Holder, che ha fatto appello agli Stati Usa perché siano eliminate tutte quelle leggi che vietano a chi è stato condannato, e in alcuni casi anche a chi ha già scontato la pena, di votare come qualunque altro cittadino. Una materia che sfugge alle competenze federali, e su cui dunque il governo di Washington poco può fare. Ma la speranza della Casa Bianca è che attraverso un pressing sulle autorità statali si possa davvero raggiungere un risultato storico. “Tenere lontane dalle urne milioni di persone, la maggior parte delle quali fanno parte delle minoranze etniche, è poco saggio, ingiusto e contrario ai valori democratici del nostro Paesi”, ha sottolineato Holder: “Per questo tali leggi non solo vanno riconsiderate, ma vanno abolite”. Del resto, dati alla mano, gli afroamericani rappresentano più di un terzo dei 5,8 milioni di cittadini statunitensi a cui è proibito recarsi alle urne per avere o aver avuto problemi con la legge. E in Stati come Florida, Kentucky e Virginia circa un afroamericano su cinque ha perso il diritto di voto. Numeri inaccettabili per l’amministrazione Obama. Numeri che fanno degli Stati Uniti l’unico Paese democratico in cui il voto è negato a un così gran numero di persone. Non a caso – ha ricordato Holder – tali leggi risalgono all’800, quando anche con questo espediente si tentava di limitare il voto dei neri. Norme, dunque, che possono essere considerate anche come discriminatorie, se non razziste. “Sebbene sia passato oltre un secolo da quando queste norme sono state concepite per limitare l’esercizio dei diritti fondamentali agli afroamericani – ha proseguito Holder – nelle comunità moderne di afroamericani l’impatto di queste norme resta sproporzionato e inaccettabile”. Questa battaglia dell’amministrazione Obama si affianca a quella sul diritto di voto delle minoranze, che tante polemiche ha scatenato e tante frizioni tra Casa Bianca e Corte Suprema. Quest’ultima infatti alcuni mesi fa ha bocciato lo storico Voting Rights Act, che vietava ad alcuni Stati del Sud – quelli con una storia di razzismo alle spalle – di ottenere l’autorizzazione federale per ogni cambiamento alla propria legge elettorale. Una norma che era stata pensata proprio per difendere il voto dei neri. 

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