Pantani: ‘La vita mia..’, quella canzone per Sanremo

ROMA. – ”Io me ne andrò come sono arrivato, in punta di piedi”: suonano come un testamento oggi le parole di Marco Pantani, racchiuse in una canzone scritta nel ’97 a quattro mani con il cantautore Marcello Pieri, rimasta in un cassetto insieme al sogno del ‘Pirata’ di cantare sul palco del teatro Ariston al Festival di Sanremo. ”Ci sarà una biciclettina, nel cortile di una casa, che farà partire i sogni di un bambino” i primi versi del testo. Poi un cenno alla riviera romagnola, alla terra di Pantani: ”…Quando mi mancava il fiato/ vedevo il lungomare/ nei traguardi che ho tagliato/ c’era lei nell’infinito”. E ancora autobiografia nell’inciso: ”La vita mia/ non è una corsa in bicicletta/ la vita mia/ forse è vincere la fretta/ la vita mia/ e’ un traguardo sempre piu’ lontano/ e’ una salita e poi un altipiano/ c’ è un po’ di poesia/ è volontà che si è fatta strada/ e cosa importa che io vinca o cada”, il tutto accompagnato da una melodia ricca di pathos. E’ una triste coincidenza che Marco Pantani se ne sia andato il 14 febbraio 2004, non solo nel giorno di San Valentino lasciando per sempre la sua amata Christina, ma anche nel mese in cui di solito cade la settimana del Festival di Sanremo. Il ‘Pirata’ amava la musica, era la sua grande passione dopo le due ruote. Nel ’96 aveva interpretato la sigla della trasmissione di Italia 1 dedicata al Giro d’Italia. Subito dopo aveva affidato a Pieri i suoi pensieri più intimi per tradurli in una canzone. Ma poi quel sogno di partecipare a Sanremo era rimasto lì, fermo, in attesa del momento giusto, in seguito allo scandalo doping, perchè – reputò allora il suo entourage – quella canzone avrebbe assunto il sapore di un’auto-difesa. Il campione, che in salita sognava e faceva sognare, aveva scelto, non a caso, questo titolo per la sua canzone: ‘In punta di piedi’. In quell’immagine era racchiuso lo sforzo della pedalata dell’atleta, ma anche la sua discrezione di uomo. Un paio di anni prima di morire, Pantani aveva incontrato Marcello Pieri per l’ultima volta. Gli aveva detto: ”Lo sai che ho la tua canzone nel cassetto del comodino? Ogni tanto la riascolto, mi piace molto”. Sperava che un giorno potesse cantarla Renato Zero. Era uno dei cantanti che Pantani amava di più. (Giorgiana Cristalli/ANSA)