Renzi verso il governo, ora faccio rivoluzione radicale

ROMA. – Lo spazio per la poesia di Matteo Renzi finisce nella citazione di Robert Frost con cui, in direzione, imbocca la strada stretta del governo: “Trovai nel bosco due strade di fronte a me, scelsi la meno battuta”. Ora il rottamatore riprende la sua corsa “con il vento in faccia”. Con l’obiettivo di bruciare le tappe per far dimenticare un’operazione che, ne è consapevole, tra la gente è vista come manovra di Palazzo. Già nei primi giorni della prossima settimana, il sindaco punta a entrare in carica con una squadra che, assicurano i suoi, sarà “di altissimo profilo” per realizzare quella “rivoluzione radicale” con cui punta a dimostrare che ne è valsa la pena correre il rischio. In dieci anni, l’enfant prodige della politica è diventato da ambizioso presidente della Provincia di Firenze a prossimo presidente del consiglio. “Se non avessi rischiato ora sarei al secondo mandato da presidente di Provincia”, rilancia l’azzardo, davanti al Parlamentino dem. Ammettendo “un’ambizione smisurata” non solo sua ma di tutto il Pd che, per interessi e motivi contrapposti, si è allineato al leader, lasciando Civati nel ruolo di minoranza e unico oppositore del nuovo governo. Ma se la sinistra interna spera in un trasloco del rottamatore a Palazzo Chigi per riprendere la guida del partito ha sbagliato i conti: Renzi ha già fatto sapere ai suoi che per almeno un anno resta lui a capo del partito, “come si usa nelle democrazie europee”, è la versione ufficiale. In realtà per azzerare un possibile contraltare interno all’azione di governo. A largo del Nazareno, in realtà, giurano in molti, il premier in pectore si farà vedere poco. “Al governo Matteo farà subito i fuochi di artificio, provvedimenti concreti e molto popolari”, assicurano i fedelissimi. Taglio del 10 per cento dei costi dell’energia per le piccole imprese, aumento delle rendite finanziarie per ridurre l’Irap del 10% per cento, un “poderoso” programma di sburocratizzazione, dalla fatturazione elettronica ai pagamenti elettronici, taglio dei costi della politica e scure sulle pensioni d’oro: così Renzi punta a recuperare subito la popolarità perduta, stando ai sondaggi, e a cominciare a costruire, come confida su twitter al termine della sua giornata più lunga, “un paese semplice e coraggioso”. Il fattore tempo è per il prossimo presidente del consiglio la dimostrazione della sua alterità rispetto a chi ha governato prima di lui. Ma nella corsa ad ostacoli che il segretario Pd si accinge a fare non sarà solo. Al di là dell’inner circle, composto da Luca Lotti, Lorenzo Guerini, Maria Elena Boschi e, a a Firenze, Marco Carrai, Renzi punta a circondarsi di una squadra di ministri di grande spessore. “La squadra l’ha già in mente”, assicurano i renziani che però non vogliono togliere l’effetto sorpresa dell’annuncio. (Cristina Ferrulli/ANSA)