Moody’s promuove l’Italia, outlook da negativo a stabile

NEW YORK.- Nelle ore convulse del cambio di governo buone notizie arrivano dall’agenzia internazionale Moody’s, che ha lasciato invariato il rating dell’Italia a Baa2 e ha migliorato il giudizio sulle prospettive economiche del nostro Paese, portando l’outlook da negativo a stabile. Una buona notizia che suona come una svolta, e che si aggiunge a quella del Pil del Belpaese, tornato a crescere negli ultimi mesi. La decisione dell’agenzia statunitense è stata presa lo scorso 10 febbraio, prima delle fibrillazioni politiche che hanno portato alla fine dell’esecutivo Letta. Ma – sottolineano gli analisti di Moody’s – “le dimissioni odierne del primo ministro Enrico Letta e l’attesa per un nuovo governo guidato da Matteo Renzi non alterano in alcun modo le nostre aspettative” sull’Italia. La decisione di migliorare l’outlook dell’Italia – spiega Moody’s – è legata soprattutto alla resistenza e alla capacità di recupero del suo sistema finanziario, e alla riduzione dei rischi sul fronte del bilancio, con il livello del debito pubblico che dovrebbe stabilizzarsi nel 2014 raggiungendo un picco poco sotto al 135%. Questo prendendo in considerazione lo scenario di una ripresa economica modesta. Nel comunicato Moody’s spiega anche come il miglioramento del giudizio sul nostro Paese sia dovuto alle misure prese per la ricapitalizzazione delle banche, e alle garanzie date dalla rete di protezione messa in campo per i Paesi della zona euro, grazie all’istituzione dello European Financial Stability (Efs) e dello European Stability Mechanism (Esm), i cosiddetti ‘fondi salva-Stati’. Certo, non bisogna abbassare la guardia. Alcune banche – sottolinea Moody’s – potrebbero ancora spoerimentare difficoltà, e i risultati dell’attesa valutazione complessiva della Bce sul sistema bancario rappresentano una fonte di incertezza. Ma l’agenzia spiega anche come sia pronta a prendere in considerazione un innalzamento del rating dell’Italia se ci sarà un effettivo rafforzamento delle prospettive di crescita dell’economia e una convincente attuazione delle riforme economiche e del mercato del lavoro. Un messaggio al nuovo governo in formazione, dunque, con l’avviso che di fronte a condizioni economiche deteriorate e a una diminuzione del surplus di bilancio riaffirerebbero inevitabilmente i rischi di un downgrade.