Documento choc sulla Tav, Noa annuncia condanne morte

TORINO. – La “lotta armata” partirà da Torino e dalle battaglie contro il Tav. E come primo atto vedrà l’esecuzione della “sentenza di condanna a morte” per quattro persone colpevoli di partecipare alla “repressione” del movimento che si oppone alla ferrovia Torino-Lione. Firmato: Noa – Nuclei Operativi Armati. Dicono questo i comunicati fatti pervenire alle redazioni Ansa di Torino, Roma e Bologna. Tre fogli vergati al computer, due dedicati alla “risoluzione politica” e uno alla “risoluzione strategica” con l’ordine di eseguire “immediatamente” gli omicidi, su cui ora indagano la Digos e la procura del capoluogo piemontese. Fra i bersagli figura Stefano Esposito, senatore torinese del Pd destinatario da tempo di minacce e intimidazioni per le sue prese di posizione a favore del supertreno, che ha incassato un applauso di solidarietà dai colleghi di Palazzo Madama durante la seduta di ieri; ci sono poi un imprenditore, un tecnico e un esponente delle forze dell’ordine. “Deliri criminali”, dice il ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, secondo il quale “sulla brutta piega che ha preso l’opposizione No Tav sarebbe ora che tutti uscissero dall’ambiguità”. Il testo, con i suoi accenni a “tribunali rivoluzionari”, “coscienze proletarie” e “governi di padroni”, ha i connotati di una caricatura dei comunicati delle Brigate Rosse. Ma non per questo non viene preso sul serio dagli inquirenti. Anche perché dagli ambienti dell’antagonismo e dell’anarchismo più radicale arrivano – spiegano fonti investigative – segnali da non trascurare: c’è chi coltiva propositi di inasprire il confronto e chi pare stia tentando di soffiare sul fuoco. La sigla Noa non ha mai preso iniziative nel bacino piemontese e si sta lavorando per vedere se sia mai spuntata altrove; non ha niente a che vedere, comunque, con il “Noa” di Bologna 2012, un collettivo di artisti che sperimentarono uno “spazio occupato”. “In Valsusa – si legge nel comunicato – esiste ormai una consapevolezza rivoluzionaria. Molti compagni hanno solide radici”. E il “carcere duro” disposto per i quattro attivisti No Tav arrestati per terrorismo richiede una risposta forte: “il tempo della lotta pacifica, fatta di scritte e manifestazioni, è superato”. Il Movimento No Tav prende con forza le distanze: “Noi pratichiamo la disobbedienza civile a viso aperto senza violenza. Respingiamo al mittente, vale a dire al governo e ai poteri forti, queste operazioni di delegittimazione vecchie di quarant’anni”. Gli attivisti osservano che i misteriosi Noa si sono fatti vivi alla vigilia della grande mobilitazione No Tav di sabato prossimo, con cortei e presidi in numerose città italiane dalla Valle di Susa alla Sicilia. Polemici anche i familiari degli arrestati, che parlano di “goffo e ridicolo tentativo di strumentalizzare la condizione dei nostri cari”. Proprio oggi gli avvocati difensori hanno lanciato un appello pubblico contro l’aspro regime di carcerazione, fatto di isolamento e divieto di colloqui, cui sono sottoposti i quattro. Interviene anche il Movimento 5 Stelle, vicino ai No Tav ma pesantemente criticato dai Noa per lo “spettacolo comico” dei suoi parlamentari: “Questo non è il movimento No Tav – spiega la deputata Laura Castelli – e queste minacce fanno parte di una intossicazione informativa creata ad hoc”.  (Mauro Barletta/ANSA)

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