Confindustria: Economia quasi ferma, urgente agire

ROMA. – Una ripresa lentissima, quasi ferma e con scivoloni indietro; mentre l’emorragia di posti di lavoro ancora non si arresta: Confindustria conferma l’allarme per una ripresa che appare troppo flebile, e chiede ancora di agire subito. “Avanti adagio, quasi ferma. I duri dati dell’economia italiana, relativi a produzione industriale e occupazione, ribadiscono che la salita dalla profonda fossa scavata dalla recessione è lentissima”, avverte l’analisi mensile ‘congiuntura flash’ del centro studi di via dell’Astronomia. Una risalita lentissima, e “contrassegnata anche da scivoloni indietro anzichè dall’atteso graduale consolidamento”. Anche il pil del quarto trimestre 2014, con il primo segno più dopo una lunga recessione, “è inferiore alle attese”: per gli economisti dell’associazione degli industriali “conferma l’estrema debolezza della risalita”, ed “è nullo il trascinamento al 2014”. Servono risposte immediate, o al pesante quadro dell’impatto crisi si aggiungeranno altri danni, è l’analisi degli industriali, che in via dell’Astronomia avrebbero dovuto incontrare l’ex premier Enrico Letta a cui avevano intimato di non presentarsi a mani vuote. Il confronto con il prossimo Esecutivo sarà tutto da impostare, ma la linea di Confindustria resta coerente con il lungo pressing per un “governo del fare”, per risposte concrete e rapide. Così oggi la Giunta di Confindustria rilancerà l’iniziativa della “marcia digitale” partita dal Piemonte (con il sito www.ripresaeimpresa.it), al grido di “amo l’Italia, ma basta”. Un luogo di protesta virtuale che, negli obiettivi dei vertici dell’associazione degli industriali, sarà sempre più un simbolo della forte preoccupazione di Confindustria, un punto di riferimento per gli imprenditori che desiderano esprimere una testimonianza sulle difficoltà che vivono e chiedere un deciso cambio di passo alla politica e al governo che si insedierà. “L’attività produttiva è tenuta schiacciata da ristrettezza del credito, debolezza della domanda interna, perdita accumulata di competitività”, ha sottolineato ancora il centro studi guidato da Luca Paolazzi. Sono “questi ultimi tre”, per gli economisti di via dell’Astronomia, “i fattori su cui è urgente agire per evitare ulteriori danni al sistema economico dell’Italia”. Intanto resta alta l’emergenza lavoro: “Il calo degli occupati ancora non si è esaurito” con 67mila unità perse nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Mentre le attese delle imprese sull’occupazione per i primi tre mesi del 2014 “sono ancora negative e fanno prevedere che la diminuzione proseguirà ad un ritmo simile a quello osservato nell’ultima parte del 2013”. L’area del disagio lavorativo “è molto ampia”.  (Paolo Rubino/ANSA)