G20: a Sydney si punta a target crescita, misure concrete

SYDNEY. – Un target per la crescita economica globale, “azioni concrete” per sbloccare investimenti privati e migliorare l’occupazione. E, di pari passo, avvio del processo di “normalizzazione” della politica monetaria nelle economie avanzate. Sono questi i punti al centro del G20 che sta per aprirsi a Sydney. Ma con tutta probabilità si parlerà anche dell’Ucraina – finita sull’orlo del default con Standard & Poor’s che ha tagliato il rating a ‘CCC’ – come del Venezuela e delle pericolose turbolenze nei Paesi Emergenti. L’Australia ha la presidenza del G20 e ospita nei prossimi due giorni a Sydney la riunione dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle banche centrali delle 20 maggiori economie. Sul tavolo, la fragilità della ripresa in un contesto di economia globale che resta sotto il potenziale, tra squilibri nelle economie Emergenti e rischi di deflazione in Europa. L’appuntamento di Sydney segna l’esordio sulla scena internazionale del neo presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, chiamata a rispondere anche alle critiche dei Paesi Emergenti sul ritiro degli stimoli monetari e dell’Europa sulla scelta unilaterale americana di imporre norme più severe sulle banche estere. I mercati stanno alla finestra e archiviano cauti rialzi ad eccezione di Piazza Affari che, in attesa della squadra del governo Renzi, chiude a -0,3%. Guadagni frazionali per Francoforte (+0,40%), Parigi (+0,59%), Londra (+0,37%), mentre Madrid chiude piatta (+0,09%). Stabile lo spread che resta inchiodato sui 194 punti base. “Il mondo è ancora lontano da una crescita forte e bilanciata”, si legge nella bozza del comunicato finale del G20 circolata in questi giorni, e “la volatilità dei mercati può avere un impatto negativo”. Da qui l’impegno “a sviluppare misure concrete per rafforzare significativamente la crescita globale, mantenendo la sostenibilità di bilancio”. Il comunicato cita analisi su ambiziose politiche in grado di aumentare il Pil globale di ”almeno il 2%” in cinque anni rispetto alla traiettoria segnata dalle politiche attuali. E in questa ottica, il ministro del Tesoro australiano Joe Hockey ha proposto di fissare una ‘cifra obiettivo’ di crescita globale, e ha già ricevuto l’avallo del direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, che auspica di ‘riaccendere’ la fiamma della cooperazione, svanita con il venir meno dell’urgenza della crisi. A favore anche Canada e Usa, ma la Germania resta scettica e sembra pronta a respingere l’idea come forma ‘antiquata’ di pianificazione economica. Nodo ancor più delicato è quello della politica monetaria. Il messaggio del G20 – sempre stando alla bozza – va nella direzione di una “normalizzazione della politica espansiva nelle economie avanzate, in linea con una crescita più forte”. La politica monetaria, inoltre, deve essere calibrata e comunicata chiaramente. Una raccomandazione per cercare di allentare le tensioni fra Stati Uniti ed Emergenti. Questi ultimi criticano la decisione della Federal Reserve di ridurre le iniezioni di liquidità a sostegno dell’economia innescando una fuga di capitali dai loro mercati.

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