Squinzi, premier ha captato problemi, ma ora fatti

ROMA. – La strada delle riforme economiche tracciata da Matteo Renzi trova d’accordo Confindustria che comunque resta cauta e attende il premier alla prova dei fatti. Parlando in Senato, poi alla Camera, “Renzi ha sicuramente captato i problemi su cui dobbiamo intervenire”, gli riconosce il leader degli industriali, Giorgio Squinzi, che si riserva ancora un giudizio: “Vogliamo essere tranquilli che mantenga queste promesse”. Gli industriali vogliono “dati concreti”. Il pressing resta alto, imposto dall’emergenza crisi che non concede più tempo: “Una situazione drammatica”, ricorda Squinzi; “Dobbiamo assolutamente chiedere a questo governo di prendere i provvedimenti che servono per ripartire”, avverte, e indica ancora la strada: “Se Matteo Renzi mette davvero mano integralmente ai debiti della P.a. e parliamo di più di 70 miliardi, ad un taglio del cuneo netto almeno di 10 miliardi, se fa riforme istituzionali come sul Titolo V, e se converte in legge la delega fiscale, forse potremo dare slancio alla crescita del nostro Paese. Altrimenti saremo costretti a continuare a strisciare sul fondo”. Renzi ce la farà? “Non so non abbiamo ancora elementi per dirlo. Ce lo auguriamo per il Paese”. Un taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale-contributivo sul costo del lavoro sarebbe “la misura minima”, la “linea del Piave”. Squinzi lo ha ribadito, ad un convegno Accredia-Censis, ricordando la proposta di Confindustria di un anno fa: 20 miliardi per “un intervento forte”. Il sistema delle imprese è pronto anche a rinunciare agli incentivi pubblici “purché il ricavato vada a incidere sul costo del lavoro”. Intanto la ricetta è ancora riforme, riforme, riforme. “Dobbiamo farci un esame di coscienza: fare quelle riforme che ci permettano di agganciare la ripresa che c’è negli altri Paesi”, avverte ancora il presidente di Confindustria. Ma anche, sottolinea in audizione al Senato, per riconquistare credibilità in Europa, e strappare più flessibilità a Bruxelles dopo una stagione del rigore. E’ ancora un punto di contatto ma anche di pressing su Renzi. Con l’Europa vanno concordati “margini di manovra e condizioni alle quali potrà essere concessa questa stabilità”; per Squinzi “il nuovo Governo ha davanti a sé una grande chance”, far riconoscere “all’Italia i margini di flessibilità concessi dal Patto di Stabilità in cambio di un serio programma di riforme”, dalla spesa a efficienza della P.a., credito, infrastrutture, fisco; Un impegno a cui il premier è chiamato “già nel vertice di marzo”. Dopo la riforma Fornero che “non soddisfa nessuno”, Confindustria chiede al nuovo Governo di mettere tra le priorità in agenda anche il mercato del lavoro. “Distruggere” il contratto nazionale per muoversi nella direzione di “accordi aziendali o territoriali” non è la strada. Il Jobs act del neo premier è al momento “solo una elencazione di titoli, aspettiamo di vedere i contenuti. Ma – dice Squinzi- è un area su cui bisogna intervenire”, e “nella direzione giusta”.  (Paolo Rubino/ANSA)

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