Opposizione fissa condizioni per dialogo con Maduro

CARACAS. – Gli studenti antichavisti sono scesi di nuovo in piazza, all’indomani della “conferenza per la pace e la vita” promossa dal presidente Nicolás Maduro, alla quale non hanno partecipato, mentre il governo ha lanciato un’offensiva diplomatica a livello regionale per assicurarsi l’appoggio dei paesi amici, in risposta alle forti critiche arrivate anche dall’Ue. I dirigenti studenteschi, appoggiati da leader dell’opposizione come l’ex candidato presidenziale Henrique Capriles, hanno definito una serie di condizioni per un dialogo con il governo, che includono la liberazione delle persone detenute durante la protesta, inchieste indipendenti sulla repressione e garanzie fornite da un “terzo interlocutore”, sia interno -come la Chiesa cattolica- sia internazionale. Il governo, da parte sua, si mantiene fermo sulla sua linea di denuncia di un “golpe strisciante dell’estrema destra” foraggiato dagli Stati Uniti e dalla Colombia, il che ha provocato reazioni irritate del segretario di Stato americano John Kerry e la ministro degli Esteri di Bogotà, Maria Angel Holguin, che ha chiesto a Caracas di “smetterla di dare la colpa a noi di quello che succede in Venezuela”. Il suo collega venezuelano, Elias Jaua, ha iniziato da parte sua un tour nei paesi del Mercosur, dove ha già ottenuto il sostegno dei governi “amici” di Bolivia e Argentina. Il commissario europeo Algirdas Semeta ha invece criticato Caracas chiedendo da Strasburgo che “cessi immediatamente la violenza” nel paese. 

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