“We love Chapo”, corteo e musica glorificano il boss

CITTA’ DEL MESSICO. – Canzoni popolari, titoloni sui giornali, commenti tra la gente e persino una chiassosa manifestazione a suo favore convocata dagli “amigos”: pochi giorni dopo il suo arresto, Joaquin “El Chapo” Guzman, il sanguinario e potente re del narcotraffico internazionale, è al centro dell’interesse dell’intero Messico. Ricercato da anni, Guzman si trova ora nel carcere di massima sicurezza “Altiplano”. Ma fuori dalla prigione, tutto il Paese parla di lui, della sua vita e di quello che sarà il suo destino: anche perché, secondo un sondaggio del giornale Vanguardia, sette messicani su dieci sono convinti che “l’imprendibile” Guzman riuscirà ancora una volta a evadere, così come fece nel 2001, corrompendo le autorità locali, dal carcere di Puente Grande. Convocate attraverso i social network, a Culiacan, capitale dello stato di Sinaloa in cui il Chapo era padrone, centinaia di persone vestite di bianco sono sfilate in un corteo partito dal santuario de La Lomita, con l’obiettivo tra l’altro di bloccare l’estradizione del “Chapo” negli Stati Uniti. Molti i cartelli con slogan come “Liberatelo” o “Lui dava lavoro, non come voi politici corrotti”. C’era chi d’altro lato sfoggiava magliette con la scritta “We love Chapo”. Anche se alcuni dei presenti hanno raccontato di aver ricevuto 200 pesos, pari a circa 15 dollari, da chi li ha “invitati” a partecipare. “Siamo tristi per l’arresto. El Chapo ci proteggeva, con lui i criminali stavano alla larga”, ha raccontato Marta Sanchez, 36 anni, al sito web Sinembargo.mx. Una ventina di persone sono state arrestate. Ad accompagnare i manifestanti – tra i quali molti giovani e qualche bambino – c’erano due bande di musicisti che suonavano “narcorridos”: da qualche giorno c’è un boom di queste ballate popolari che inneggiano ai “signori” della droga, interpretate da gruppi quali “Los tucanos di Tijuana” e “Las voces del Rancho”. “Da bambino per mangiare vendeva arance. Non se ne è mai vergognato, anzi per lui è ragione di orgoglio”, dice per esempio il testo di una delle canzoni. Le autorità hanno sottolineato che a organizzare la marcia sono stati i familiari e “los amigos” del “Chapo”. Il governatore di Sinaloa, Mario Lopez, ha comunque difeso “il diritto all’espressione e alla libera manifestazione” delle proprie idee, smentendo quanto sottolineato dalla stampa: il fatto cioè che il suo governo abbia coperto il narcotrafficante più conosciuto del pianeta. Così come avviene spesso in altre regioni del Paese, dove molti dei “capos” della droga aiutano la popolazione, anche Guzman era molto presente a Sinaloa. A Badiraguato, il villaggio dove è nato da una famiglia di umili contadini, in un’area sperduta di montagna, garantiva sicurezza ai cittadini. Al momento di essere arrestato, ricordano d’altro lato i media, Guzman si trovava con la terza moglie Emma Coronel, Miss Cafè 2006 a Durango, stato che insieme a Sinaloa e Chihuaha forma il “triangolo dorato” del narcotraffico messicano. I due si erano conosciuti otto anni fa. La Coronel, 24 anni, figlia di una coppia collegata in passato al traffico della droga, non è però stata arrestata in quanto mancavano le prove a suo carico. (Marcos Romero/ANSA)

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