Torna la fiducia nelle imprese. Al top da oltre 2 anni, Ue conferma

ROMA. – Le imprese hanno recuperato un po’ della fiducia persa: almeno ora il termometro dell’Istat che monitora l’ottimismo delle aziende è tornato sui livelli di fine 2011. Infatti l’indice, stando alle prime due settimane di febbraio, è salito all’87,9 dall’86,8, il miglior risultato da due anni e quattro mesi. E ormai è il quarto rialzo consecutivo. Insomma a piccoli passi si sono riagganciati i valori su cui il Paese viaggiava prima che scattasse ufficialmente l’ultima recessione. Inoltre stavolta a vedere ‘rosa’ sono tutti i settori senza eccezioni. Ancora più positive sono le notizie arrivate da Bruxelles, la Commissione europea fa sapere che la fiducia complessiva nelle prospettive dell’economia in Italia è schizzata, lasciando indietro tutti gli altri Paesi, portando la Penisola a toccare i massimi da oltre due anni e mezzo. Se gli ultimi dati effettivi, come quelli su produzione e fatturato, lasciano incertezze sulla ripresa, i dubbi svaniscono guardando allo stato d’animo di chi fa impresa. D’altra parte le buone intenzioni si basano su dinamiche produttive: per quanto riguarda il settore manifatturiero l’Istat spiega come l’indice si sia riportato ai livelli di luglio del 2011 (a quota 99,1), spronato dal miglioramento dei giudizi sugli ordini. Passando ai servizi, a fare da traino sono sempre le opinioni sulle commesse, con l’indice che si risolleva sopra soglia 90. Nonostante tutti i dati sulla caduta senza fine dei consumi, coltiva speranze pure il commercio al dettaglio e il vento favorevole soffia sia sulla grande distribuzione sia sul canale tradizionale. In rimonta, dopo il brusco calo di gennaio, anche il comparto delle costruzioni, con un miglioramento delle attese sull’occupazione. Il fronte delle imprese è quindi compatto sulla linea dell’ottimismo, al contrario dei consumatori, che, come rilevato nei giorni scorsi, hanno mostrato umori più altalenanti. Ma non è solo l’Istituto di statistica a rilevare il cambio di direzione. A certificare un rasserenamento è anche la Commissione europea che sempre a febbraio segna per l’Italia una crescita di 2,4 punti nel ‘sentimento economico’ (Esi), con la lancetta che raggiunge la soglia più alta da giugno 2011. E l’impennata registrata dalla Penisola ha spiazzato gli altri Stati, da Berlino (+0,4%) a Parigi (-1,6%). Nel complesso dell’eurozona, infatti, l situazione resta sostanzialmente ferma al mese precedente e lo stesso vale per l’altro indicatore diffuso da Bruxelles, sul clima aziendale (Bci).

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