Disoccupazione vola a 12,9%, 3,3 milioni in cerca di lavoro

ROMA. – Non si arresta l’emorragia di posti di lavoro a gennaio mentre la disoccupazione continua a frantumare tutti i record. Nel mese il tasso dei senza lavoro è salito al 12,9% con quasi 3,3 milioni di persone in cerca di impiego. Numeri definiti ”allucinanti” dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che nel corso del Consiglio dei ministri via twitter annuncia che il primo provvedimento del nuovo Governo sarà il jobs act. L’obiettivo è invertire la tendenza, dato che negli anni di crisi si è perso un milione di posti di lavoro (478.000 solo nel 2013 rispetto al 2012). Il Governo si prepara sia a rivedere le regole sul lavoro nel tentativo di rendere più flessibile l’accesso all’impiego (il jobs act punta alla riduzione delle attuali forme contrattuali con l’attivazione di un contratto di inserimento a tutele crescenti) ma anche a una spinta ai consumi che possa dare fiato alle imprese con possibilità di nuove assunzioni. Ma il tema centrale è sempre quello delle risorse. Se la revisione delle regole può essere a costo zero (la revisione delle forme contrattuali ma non l’estensione della durata del sussidio di disoccupazione, intervento invece molto costoso), la spinta ai consumi tramite il taglio del cuneo fiscale richiede risorse consistenti. Il Governo, secondo quanto affermato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, conferma l’intenzione di ”promuovere gli investimenti delle imprese, ridurre il cuneo fiscale, migliorare l’efficienza del mercato del lavoro, ridefinire il sistema degli ammortizzatori sociali e sviluppare le politiche attive per il lavoro: in sostanza – dice – far partire il jobs act. L’obiettivo di creare lavoro – spiega – non potrà essere perseguito stabilmente se non a partire da politiche che sostengano la crescita”. Il dato di gennaio è drammatico soprattutto per i giovanissimi (di nuovo un record a 42,4% per la disoccupazione per la fascia di età tra i 15 e i 24 anni) ma la situazione è molto difficile anche per le fasce di età successive. Tra il 2008 e il 2013 a fronte di un milione di occupati in meno si registrano 1,8 milioni di persone in meno al lavoro tra i 15 e i 34 anni mentre aumentano i più anziani (a causa delle regole più rigide per l’accesso alla pensione). Gli effetti della crisi sono stati peggiori al Sud con una perdita di occupazione nel 2013 del 4,6% a fronte del 2,1% medio nazionale (-1,1% al Nord). Nel quarto trimestre 2013, su 397.000 occupati in meno rispetto allo stesso periodo del 2012, 292.000 erano al Sud. I sindacati hanno chiesto al Governo interventi urgenti sulla riduzione del cuneo fiscale e in generale per rilanciare l’occupazione. La Cgil chiede di non rivedere le regole ma piuttosto di mettere in campo un piano che preveda anche investimenti pubblici. La Cisl chiede di passare ”dagli annunci ai fatti”, diminuendo la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese mentre l’Ugl chiede di chiarire le misure del Jobs act nel dettaglio. Cgil, Cisl e Uil intanto chiedono al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti un incontro urgente per cominciare a risolvere le emergenze a partire dal rifinanziamento della cassa in deroga sulla quale è in arrivo una stretta (sulla durata).