Duello Berlusconi-Alfano, è ora dei 40enni

ROMA. – E’ di nuovo duello a distanza tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. E l’oggetto del contendere, ancora, è la data delle elezioni. Se il Cavaliere le vede ormai dietro all’angolo – un anno è il massimo orizzonte che concede al governo Renzi – il leader Ncd proprio non ci sta e avverte che gli “obiettivi ambiziosi” citati dal premier sono anche i suoi. Il gioco di spilli tra i due, ormai, è quotidiano e a segnare ancor più le distanze ci pensano poi le loro ‘truppe’ che rincarano le dosi dello scontro. Oggi, però, il passo in più lo ha compiuto il ministro dell’Interno che – forse non a caso – ha rilanciato la sfida per la leadership del centrodestra. ‘Basta con il passato, pur non rinnegandolo’, è il messaggio. ‘E’ l’ora dei quarantenni’, l’annotazione a piè di pagina. Nessuna rottamazione, assicura (il termine, dice in serata, non gli piace). Ma di fatto segna, senza mai dirlo apertamente, l’archiviazione della vecchia leadership. A dare fuoco alle polveri, probabilmente, è stata la dichiarazione di Berlusconi che solo ieri aveva sostenuto che “tra un anno” si voterà, subito dopo il varo della riforma elettorale. Una “provocazione” per Ncd, tra le cui fila si contano molti parlamentari che temono che questo sia anche il pensiero recondito di Matteo Renzi. E se la capacità attrattiva di Alfano risiede anche sulla durata della legislatura, ossigeno arriva con l’approdo in Ncd di Gabriele Albertini, ex azzurro, senatore eletto con Scelta Civica ed oggi con Per l’Italia di Mario Mauro. Ma al di là dei numeri della maggioranza – che Albertini rafforza al Senato – Berlusconi non cambia idea e spiega che bisogna dare “al paese un governo vero, sostenuto da una maggioranza vera in Parlamento. Perché solo con una vera maggioranza e con un vero governo avremmo la possibilità di fare le riforme”. Alfano ha rintuzzato l’attacco: “Non e’ vero che si voterà l’anno prossimo, perchè abbiamo bisogno di tempo per diminuire le tasse e realizzare un programma ambizioso”. Il leader di Ncd ha quasi irriso Berlusconi: “a settembre diceva che avremmo votato a novembre, a novembre diceva che saremmo andati a votare a febbraio, poi che saremmo andati a votare ad aprile. Noi abbiamo grande rispetto per la nostra storia ma non siamo convinti che la nostra storia e il nostro futuro siano la stessa persona”, è l’affondo. Del resto Alfano non ha mai fatto mistero della sua ‘passione’ per un rinnovamento che passi, scandisce, attraverso le primarie. I gazebo, il voto della base, spiega, “hanno permesso al Pd il miracolo di avere un presidente del consiglio under 40. Perchè il centrodestra – si è chiesto fra gli applausi durante una manifestazione di Ncd a Milano – non deve avere la possibilità di scegliere democraticamente la leadership?”. Il messaggio di Alfano, che sembra voler convincere più che altro la dirigenza di Forza Italia, sortisce l’effetto di un nuovo attacco di Berlusconi che imputa ai “piccoli partiti” l’insuccesso delle riforme sotto il suo governo. “Gli italiani ne hanno piene le scatole – è stata la pronta replica – di chi promette le stesse riforme da tempo e dice che non riesce a farle per colpa degli altri. Se noi riusciremo, ce ne prenderemo il merito, se avremo fallito, non diremo che è colpa degli altri”. (Giovanni Innamorati/ANSA)

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