Draghi, la gente soffre. Stati correggano squilibri

BRUXELLES. – Il bicchiere è mezzo pieno perché l’Eurozona è sulla strada giusta nonostante le Cassandre continuino a vedere nero, ma la situazione sociale deteriorata non deve far perdere di vista gli sforzi per ristrutturare le economie, correggendo gli squilibri e rafforzando la ripresa: con queste indicazioni il presidente della Bce Mario Draghi si congeda dal Parlamento europeo, che per l’ultima volta prima del suo scioglimento a maggio l’ha ascoltato fare il punto della situazione economica di Eurolandia. “L’Eurozona sta andando nella giusta direzione, il bicchiere è mezzo pieno”, ha detto il numero uno della Bce, ricordando agli eurodeputati che “contrariamente al pallido quadro che molti dipingono, la zona euro è in una forma migliore rispetto all’inizio della legislatura di questo Parlamento”. E a quattro anni dalla prima richiesta di aiuto finanziario di un Paese, cioè la Grecia nel 2010, “possiamo dire che il peggio è passato, la volontà politica di tutti quelli coinvolti è stata forte abbastanza da difendere l’integrità dell’eurozona e molti sottovalutano questa volontà”, ha sottolineato Draghi, quasi a rendere merito degli sforzi a tutti i Paesi sotto programma di aiuti che sono stati costretti a manovre durissime e riforme rapidissime per restare nel club dei 18. Il pensiero del presidente Bce torna più volte nel suo discorso a quei Paesi che stanno risanando i bilanci a ritmo serrato, e hanno visto proteste di piazza e anche Governi caduti per tenere fede agli impegni presi con l’Europa. I sacrifici dei cittadini sono stati e sono ancora tanti, ora vanno aiutati e Draghi ci tiene a precisarlo: “E’ troppo presto per dire ‘missione compiuta’, i cittadini soffrono dell’aggiustamento, la disoccupazione è ancora troppo elevata, gli Stati devono correggere gli squilibri”. Ma possono farlo disegnando “un consolidamento amico della crescita, mentre le riforme rafforzeranno il potenziale” di sviluppo. Lo steso avvertimento a proseguire con il consolidamento dei Paesi, sia dal punto di vista strutturale, cioè con riforme pro-crescita, che dei conti pubblici, arriva oggi anche dal direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde: “Rafforzare la struttura dell’unione monetaria col completamento dell’unione bancaria, sostenere la domanda attraverso politiche monetarie ancora più espansive e proseguendo col consolidamento dei conti, continuare con le riforme nel mercato del lavoro” sono gli obiettivi da raggiungere per arrivare ad una “crescita sostenibile nell’eurozona e creare posti di lavoro”, ha detto a Bilbao. La Lagarde ha però anche messo in guardia dai rischi di “un periodo prolungato di bassa inflazione che potrebbe far deragliare la ripresa” nell’eurozona. Messaggio rivolto a Draghi il quale ha però tenuto a precisare che nel periodo di ‘silenzio’ della Bce non avrebbe fatto commenti sulla politica monetaria e quindi bisogna aspettare la riunione del board di giovedì per sapere cosa Francoforte ha in serbo per l’Eurozona. (Chiara De Felice/ANSA)

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