Torna corrida Spagna-Italia: pugni, rigori, autogol

ROMA. – Dal pugno che costa il rosso al mitico portiere Ricardo Zamora, nella prima sfida alle Olimpiadi 1920, alla gomitata di Tassotti che fa fluire copioso il sangue dal naso rotto di Luis Enrique nei quarti dei Mondiali 1994: sa anche di corrida la rituale sfida Spagna-Italia, che si ripropone per il 33/o capitolo mercoledi’ a Madrid, a tre mesi dal Brasile. La ‘grande bellezza’ latina passa da sfide appassionate a test insapori, ma c’e’ spazio per i rigori che vedono l’Italia soccombere agli europei 2008 e alla Confederations, e perfino per il record del doppio autogol di Salvadore che vanifica prima di Mexico ’70 il vantaggio di Riva e Anastasi. Alla Spagna sono legate inoltre le ultime prodezze del Grande Torino nel congedo azzurro 3-1 a Madrid nel marzo 1949, due mesi prima di Superga. A tre giorni dal derby di Madrid, miglior gara dell’anno, lo stadio Calderon riapre i battenti per Spagna-Italia, amichevole che fotografa il work in progress dei campioni uscenti al cospetto di un’outsider che puo’ sventolare quattro trofei iridati. Nel suo stadio Diego Costa, che ha ripudiato il Brasile, fara’ il suo esordio con le Furie Rosse ammaccate da alcune assenze e trovera’ la solida Italia di Prandelli, senza Balotell e l’accantonato De Rossi, in una sfida equilibrata: nei 32 incontri precedenti guida l’Italia con 10 vittorie a 9 ma in realta’ dei 13 pareggi ufficiali due sono fittizi, perche’ ai rigori hanno poi vinto gli iberici. E’ la prova che l’azzurro storicamente soffre la roja visto che il salto di qualita’ gli avversari l’hanno fatto negli ultimi sei anni . Ma Spagna-Italia e’ anche sfida di goleador: Meazza, Piola, Baggio, Inzaghi, Vialli da una parte, Di Stefano, Raul e Torres dall’altro. La goleada piu’ fragorosa e’ il 7-1 azzurro alle Olimpiadi di Amsterdam 1928 con il famoso gol di Levratto (pallone che sfonda la rete), c’e’ poi il 4-0 del 1942 a San Siro con reti anche di Mazzola e Piola, a cui la Spagna risponde 60 anni dopo con il netto 4-0 nella finale di Kiev. Uno dei grandi protagonisti e’ il divo Zamora (portiere del secolo secondo l’IffHS e spauracchio degli attaccanti) che partecipa a 9 delle 12 sfide tra il 1920 e il 1934. Nella semifinale mondiale di Firenze Italia e Spagna chiudono 1-1 con pari di Ferrari e fallo non rilevato di Schiavio sul portiere che fa miracoli per 90′. E qui c’e’ il giallo della scomparsa di Zamora (si parla di pressione politico-diplomatica del regime fascista) nella ripetizione della gara il giorno dopo, vinta tra le polemiche con un gol di Meazza: assenza mai chiarita, poi l’Italia vince il titolo. Passa un quarto di secolo e grande protagonista in panchina e’ il mago Herrera che oltre all’Inter dirige la Spagna (stoppata tra sospetti e polemiche solo dal Brasile ai mondiali 1962): vince 3-1 con l’Italia e va a segno anche Di Stefano. Poi’ c’e’ il 2-1 a Cagliari nei 1971 con inutile gol di De Sisti nella partita delle arance, lanciate dal pubblico per l’assenza di giocatori sardi. Spettacolo e gol (2-2) nell’amichevole di Salerno del 1998 per le vittime dell’alluvione del Sarno: in gol Raul e due volte Inzaghi. Vittorie di misura azzurre a Roma nel 1978 e agli europei 1988 con le firme illustri di Paolo Rossi e Vialli, poi nel 1994 qualificazione italiana con Baggio nei quarti mondiali sporcata dalla gomitata di Tassotti. Da allora l’unico successo italiano e’ nell’amichevole estiva del 2011 con Montolivo e Aquilani per il 2-1 di Bari prima del pari e del crollo in finale nel 2012 e del ko ai rigori nella Confederations 2013. Nel computo delle amichevole guida la Spagna 7-5 con 6 pareggi. Prandelli a Madrid vuole fare bella figura, poi per regolare conti vecchi e nuovi appuntamento in Brasile. (Giorgio Svalduz/ANSA)