Da chat a droni, Zuckerberg nuovo zar Silicon Valley

ROMA. – Da studente a magnate della Silicon Valley in pochi anni. Non si arresta la corsa di Mark Zuckerberg che dopo aver acquistato WhatsApp ad una cifra che ha fatto rabbrividire gli analisti, ora punta ad accaparrarsi i mercati in via di sviluppo. “Vogliamo connettere il mondo”, è il ritornello che il fondatore di Facebook ripete da mesi e che ha ribadito al Mobile World Congress di Barcellona. Un’impresa che potrebbe riuscirgli grazie alla suggestiva idea di acquistare un’azienda di droni che portano la connessione wireless in zone non coperte, sulla falsa riga dei palloni aerostatici di Google. Secondo il sito americano TechCrunch, la società sarebbe in procinto di acquistare Titan Aerospace, azienda che produce droni che grazie all’energia solare sono in grado di volare autonomamente per cinque anni. E l’affare si potrebbe chiudere a 60 milioni di dollari, una cifra irrisoria se confrontata ai 19 miliardi di dollari sborsati per WhatsApp. ‘Zuck’ sarebbe interessato a usare questi velivoli per portare il web dove non è ancora disponibile, a partire dai paesi africani. L’acquisizione sarebbe parte del progetto Internet.org lanciato qualche mese fa insieme ad altri partner tecnologici (tra cui Ericsson, Nokia e Samsung) per accorciare il ‘digital divide’ nei due terzi del pianeta che ad oggi non ha accesso al web. A questo proposito Zuckerberg, a Barcellona, ha citato uno studio di Deloitte secondo il quale con l’arrivo di Internet la produttività di queste aree geografiche aumenterebbe del 25%, generando oltre 140 milioni di posti di lavoro. Dati significativi che stanno facendo spostare la mira dei colossi del web verso i paesi emergenti. Negli ultimi due anni c’è stato un fiorire di smartphone a basso costo, alcuni destinati solo ai mercati in via di sviluppo, e Google ha lanciato qualche mese fa il ‘Project Loon’, palloni aerostatici che vogliono portare la connessione a chi non ce l’ha. E la stessa Facebook prima del progetto Internet.org si è cimentata nella elaborazione di un’app ‘leggera’ che consente l’accesso al social network anche se si possiede un cellulare vecchio, come quelli ancora diffusi in Africa e parte dell’Asia. Filantropia a parte, dall’allargamento della base di utenti e servizi dipende il successo economico di colossi come Facebook, nato come social network per studenti e diventato una piattaforma da un miliardo e passa di iscritti quotata in Borsa. Come tutte le aziende sbarcate a Wall Street deve rendere conto agli azionisti e viene giudicata trimestre dopo trimestre. In breve, più persone connette più guadagna. Nel suo immediato futuro c’è sicuramente l’accelerazione sul ‘mobile’, la messaggistica e anche le chiamate vocali con WhatsApp. Ora punta sui droni e Internet per tutti. Non avrà il carisma di Steve Jobs, ma Mark Zuckerberg inizia a gareggiare con l’intraprendenza di Jeff Bezos di Amazon e l’audacia di Larry Page e Sergey Brin di Google. Strategia che sta portando frutti: secondo Forbes il patrimonio del miliardario che non ha ancora compiuto 30 anni, è più che raddoppiato passando a 28 miliardi e mezzo di dollari. (Titti Santamato/ANSA)