Libia: Mogherini, o c’è scossa o situazione peggiorerà

ROMA. – Il messaggio è chiaro: “O in Libia c’è una scossa” che renda possibile e concreto il sostegno internazionale, “o c’è il rischio che la situazione peggiori”. A farsene portavoce al termine della Conferenza internazionale sulla Libia a Roma, è stata la padrona di casa, il ministro degli Esteri Federica Mogherini. “La Libia non è sola”, ha assicurato ribadendo la centralità del Mediterraneo nella politica estera del nuovo governo – l’altro giorno la prima visita all’estero di Matteo Renzi è stata a Tunisi – e dell’imminente semestre di presidenza italiana dell’Ue. Ma l’impegno deve essere “reciproco”: Tripoli deve fare la sua parte creando le “giuste condizioni politiche attraverso un dialogo inclusivo” che consenta alla comunità internazionale di mettere in campo aiuti concreti e principalmente “tecnici”. Libico – in sostanza – deve essere “lo sforzo più consistente”. “Se la Libia fallisce, i libici non saranno gli unici responsabili. Sarà un fallimento di tutti”, ha però avvertito il collega libico Mohamed Abdelaziz, che non vuole sentire su di sé tutto il peso di una situazione ogni giorno più critica. “Se avrà successo, sarà invece anche grazie al sostegno della comunità internazionale”, ha aggiunto. Nella conferenza stampa congiunta, il ministro libico ha ringraziato l’Italia e gli altri partecipanti alla Conferenza che ha visto oltre 40 ministri al tavolo, da Kerry a Lavrov, da Fabius a Steinmeir (impegnati a margine in una girandola di incontri bilaterali dedicati per lo più alla crisi ucraina), e che rappresenta “un salto qualitativo” rispetto al passato. Ed espone gli obiettivi del suo governo: in primo luogo la sicurezza, “che ha un impatto diretto sull’intera regione”, “una giustizia giusta, equa e umana” e “la demilitarizzazione delle milizie armate”. Ma al contrario di quanto auspicava alla vigilia il ministro Mogherini, la conferenza si è conclusa senza l’indicazione di una data certa per nuove elezioni parlamentari, dopo la scadenza – il 7 febbraio scorso – del mandato dell’attuale Congresso nazionale sempre più delegittimato. La domanda è stata posta in conferenza stampa dai giornalisti, ma Abdelaziz non ha risposto limitandosi a ricordare che l’Assemblea costituente appena eletta sta redigendo una bozza di Costituzione, sorta di “road map per il futuro della Libia”. “C’è l’impegno ad accompagnare il processo di transizione democratica, che è molto lungo e difficile, a volte anche lento”, ha assicurato Mogherini che, fogli excel alla mano, ha annunciato una serie di “iniziative concrete e condivise sulla governance e sulla sicurezza”. Due fogli divisi in tre colonne a delineare, anche graficamente, i rispettivi compiti: “obiettivi”, “responsabilità libiche”, “impegni della comunità internazionale”. Con una lista di progetti concreti dal rilancio del dialogo politico alla stesura della Costituzione, dall’assistenza al controllo delle frontiere allo sviluppo dell’antiterrorismo che saranno verificati nelle prossime settimane in un nuovo incontro in Turchia. (Laurence Figà-Talamanca/ANSA)