Video shock, fondamentalisti uccidono adolescenti

BEIRUT. – Hanno ucciso a sangue freddo una decina di uomini e adolescenti, fucilandoli alle spalle dopo averli fatti inginocchiare attorno a un pilastro di un locale spoglio in un luogo sconosciuto della Siria: dopo aver sparato l’ultima pallottola, questi non meglio precisati miliziani si sono complimentati fra loro in una lingua non araba, forse ceceno. E’ l’ennesimo video choc giunto dalla Siria, senza data e senza altri dettagli. Gli attivisti che lo hanno pubblicato affermano che i criminali ripresi sono membri dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), formazione giunta dall’Iraq e che agisce in contrasto con i vertici di al Qaida e con la formazione qaidista presente in Siria, la Jabhat an Nusra. E’ impossibile determinare la località e la data in cui è stata girata la sequenza video, anche perché è difficile identificare l’inflessione dialettale delle vittime. Un anziano ripreso di spalle e con le mani legate dietro alla schiena indossa una kefia rossa, simbolo delle zone rurali. Un ragazzo è senza scarpe. Appaiono tutti impauriti. Poi si accasciano a terra in posizioni innaturali mentre i colpi dei fucili automatici infieriscono sui corpi. Poco prima della fine del video, uno dei miliziani sorride soddisfatto mentre un altro pronuncia la parola “kafir” (miscredente, in arabo) tra altre espressioni in una lingua non araba. Intanto va a rilento l’operazione di smantellamento dell’arsenale chimico di Bashar al Assad, deciso dopo la strage di civili in un attacco alle porte di Damasco il 21 agosto. La Siria è in forte ritardo sulla consegna degli agenti chimici da distruggere fuori dal Paese, ma anche sulla distruzione dei 12 siti di produzione sparsi sul territorio che dovevano essere eliminati entro il 15 marzo: Damasco ha chiesto di non distruggerli ma di “convertirli a usi pacifici”. L’Opac vuole però che si rispetti l’accordo, e ha deciso di inviare un nuova missione di esperti e ispettori – che potrebbe partire già la prossima settimana – per predisporre un nuovo piano operativo sulle modalità di distruzione. Si tratta di 7 hangar corazzati e di 5 tunnel sotterranei, che la Siria non vorrebbe distruggere ma “convertire a usi pacifici”. Proposta che ha trovato il rifiuto dell’Organizzazione. Sempre miliziani dell’Isis hanno attaccato, in una mossa senza precedenti, uno degli ultimi avamposti del regime siriano nella regione settentrionale di Raqqa: la base della 17/ma divisione. L’Isis e il regime di Damasco hanno di fatto fino a oggi evitato di farsi la guerra. In diverse occasioni, i miliziani fondamentalisti si sono accaniti contro nemici del regime, che a sua volta ha risparmiato posizioni dell’Isis. Sempre dal terreno, è proseguita anche l’offensiva congiunta delle forze lealiste siriane e delle milizie libanesi Hezbollah, alleate di Damasco, contro gli insorti nella regione montagnosa del Qalamun, a ridosso del poroso confine libanese. In particolare, l’artiglieria e l’aviazione lealiste hanno colpito le colline attorno a Yabrud, ultima roccaforte ribelle rimasta a resistere all’avanzata degli Hezbollah giunti dall’altra parte della frontiera. In tutto, secondo i comitati di coordinamento locali degli attivisti anti-regime ieri sono state uccise in Siria 49 persone, tra cui 6 minori e cinque donne. Una persona è morta nelle carceri del regime sotto tortura. La maggior parte degli uccisi si è registrata nella regione di Damasco, in particolare negli scontri tra il quartiere periferico di Qabun, controllato dagli insorti, e la zona di Hawsh al Arab, in mano ai lealisti. Dal canto suo l’agenzia ufficiale Sana riferisce dell’uccisione di numerosi terroristi nella regione della capitale e a Yabrud, ma non fornisce le generalità delle vittime. (Lorenzo Trombetta/ANSA)

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